Agitazione Benzinai Petrolifera Adriatica in Toscana, “135 gestori, 400 famiglie coinvolte rischiano grosso”


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Il consigliere Pd, Marco Niccolai, l’assessore regionale alle attività produttive Stefano Ciuoffo ed i rappresentanti della categoria – Romano Tinti, Gianluca Nardoni, Andrea Stefanelli, Gianni Picchi e Marino Milighetti – hanno tenuto una conferenza stampa sulla situazione degli impianti ex Esso

Niccolai: “Rischio di pericoloso precedente che può fare da apripista a livello nazionale”

Ciuoffo: “Ho scritto al ministro Calenda, servizio di pubblica utilità deve rispondere a precise garanzie di sicurezza”

I gestori annunciano nuove giornate di sciopero

essoIl Consiglio regionale si occuperà presto della vicenda legata al passaggio a Petrolifera Adriatica Spa di 135 impianti di distribuzione di carburanti in Toscana a marchio Esso. Il consigliere del Pd, Marco Niccolai, infatti, ha annunciato una mozione per chiedere un sostegno dell’Assemblea alla vertenza che i gestori ex Esso hanno iniziato qualche settimana fa e che ha già visto l’effettuazione di varie forme di agitazione, compresa la chiusura degli impianti.

L’iniziativa è stata presentata oggi nel corso di una conferenza stampa a Firenze che ha visto la partecipazione, oltre a Niccolai, dell’assessore regionale alle attività produttive Stefano Ciuoffo e di Romano Tinti, Gianluca Nardoni, Andrea Stefanelli, della Federazione autonoma italiana benzinai (Faib) Toscana, di Gianni Picchi, Confcommercio Toscana, e di Marino Milighetti, Federazione italiana gestori impianti stradali carburanti (Figisc).

L’assessore Ciuoffo ha anche reso noto di aver inviato una lettera al ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, per chiedergli di “intervenire al più presto a tutela dei gestori della Toscana”.

La vicenda nasce da una grossa acquisizione di impianti di distribuzione carburanti Esso da parte della Petrolifera Adriatica che in Toscana ha visto coinvolto diverse province: Arezzo, Firenze, Grosseto, Livorno, Lucca, Massa Carrara, Pisa, Prato, Pistoia e Siena.

I gestori, attraverso i loro rappresentanti di categoria hanno spiegato i motivi della protesta, cioè “il mancato rispetto degli accordi da parte di Petrolifera Adriatica” che porta a un “netto peggioramento delle loro condizioni economiche ed il tentativo di addossare il costo dell’operazione di acquisizione della rete Esso alla categoria, tramite l’aggressione ai diritti maturati del trattamento di fine rapporto e il peggioramento del margine economico”. Peggioramento che, nella fattispecie, significa un sostanziale dimezzamento della quota dell’incasso dei prodotti petroliferi che rimane ai gestori degli impianti. “Eppure – hanno fatto rilevare – stiamo parlando di accordi siglati con il placet dell’Autorità di garanzie e regolarmente depositati presso il ministero”.

Di fronte all’atteggiamento della nuova proprietà, dopo le due giornate di sciopero già effettuate nelle scorse settimane, ci sarà una nuova serrata degli impianti il prossimo 8 agosto. Altre iniziative, poi, saranno decise a fine settembre, dopo la già fissata udienza del tribunale alla quale i gestori si sono rivolti per il rispetto degli accordi. I rappresentanti di categoria hanno sottolineato anche che la vicenda riguarda 135 gestori di impianti, che con una media di 4 addetti per singolo impianto, riconduce a un totale di circa 400 famiglie in Toscana, che di fronte a condizioni di lavoro non più remunerative rischiano di dover lasciare il campo ad operatori improvvisati.

«Sosteniamo le ragioni dei gestori e dei loro dipendenti – ha spiegato Marco Niccolai – e vogliamo dare più forza a questa iniziativa, chiamando il Consiglio a un voto e quindi a un sostegno fattivo, attraverso una mozione che abbiamo presentato come gruppo Pd. Certo, non avendo competenza diretta in materia, bisognerà agire in sede di Conferenza Stato-Regioni affinché da parte del ministero sia attivato quanto prima un tavolo sulle problematiche del mercato petrolifero, con particolare riferimento ai risvolti derivanti dalla cessione di pacchetti di impianti di distribuzione tramite il cosiddetto “modello grossista”. Quanto avvenuto in Toscana rischia di essere l’anticipazione di una dinamica i cui effetti rischiano di vedersi anche in altre Regioni. Il risultato è quello di mettere in gravissima difficoltà decine e decine di piccole imprese, con i conseguenti e negativi effetti occupazionali».

«Si tratta di una questione che riguarda da vicino la qualità dell’erogazione di un servizio di pubblica utilità – ha detto Stefano Ciuoffo – Non è un problema di norme della concorrenza o di liberalizzazione: quando si viene meno agli accordi siglati e si spinge per arrivare ad adesioni individuali con i singoli gestori, si mette in discussione un principio di regole che ha ripercussioni sulla sicurezza degli impianti. Che forza contrattuale può avere un gestore di fronte a una grande compagnia petrolifera? Lo scenario possibile denunciato dalla categoria, con la rinuncia alla gestione di coloro che non potranno avere più adeguati margini per il sostentamento, può portare al subentro di addetti agli impianti privi di ogni competenza o professionalità. E’ nostro dovere come Regione – ha concluso Ciuoffo – vigilare su questa situazione che può creare, oltre alla perdita di un lavoro dignitoso per tanti, anche problemi seri alla sicurezza nella gestione di così tanti distributori in Toscana».

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