Appalti, Marras (PD): “Sblocca-cantieri? Direi più che altro un ritorno alla burocrazia che danneggia imprese e lavoro”


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La misura nazionale rende nulla la norma regionale proprio nel giorno della sua pubblicazione. La contrarietà del Pd regionale.

“Potremmo definire quella del decreto cosiddetto ‘sblocca-cantieri’, una piccola storia triste – commenta Leonardo Marras, capogruppo PD Regione Toscana –. Il fallimento di questo governo e di coloro che fingono di proteggere le imprese locali si vede da cose molto concrete, come questa: c’era una volta una formula prevista dalla direttiva europea, emanata dunque da quelli che per i sovranisti sono i nemici, che prevedeva di invitare un numero ridotto di imprese per i lavori pubblici di dimensioni più piccole per favorire le imprese di costruzione locali. Poi in Italia, per cultura burocratico-formale, si diffonde l’abitudine di invitare sì un numero ridotto di imprese ma con il sorteggio benedicendo così solo i più fortunati e non i più bravi, e soprattutto quasi mai le imprese locali. La crisi del settore edile avanza e cosa fa il governo dei fenomeni giallo-verdi? Decide di risolvere il problema aprendo a tutti le gare; l’effetto di questa scelta sarà invece solo quello di ritardare oltre modo l’esecuzione dei lavori…altro che sblocca-cantieri, è tornata la burocrazia e i ritardi saranno enormi! A perdere saranno i cittadini e le imprese dal momento che si torna al massimo ribasso obbligatorio. Inoltre, la procedura negoziata, così si chiama la procedura semplificata, è di fatto annullata e con essa l’effetto della legge regionale toscana che invece fissava criteri e strumenti ben precisi: dall’elenco degli operatori, alla selezione delle imprese locali nel sorteggio per applicare in modo corretto e per primi in Italia questo sistema”.

“Spero – conclude – che in sede di conversione del decreto in legge il Parlamento ravvisi questi errori e lo ripari, altrimenti ci attiveremo in ogni modo anche chiedendo alla Giunta regionale di segnalare la violazione della direttiva alla Commissione europea, lesiva anche e soprattutto degli interessi delle imprese e dei lavoratori del settore”.

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