Beni comuni, Titta Meucci: “Modificare lo Statuto della Regione per dare più forza alle iniziative in campo”


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La consigliera regionale ha presentato una proposta di legge statutaria

pegasoModificare lo Statuto della Regione Toscana per introdurre tra i principi fondamentali la tutela e la valorizzazione dei “beni comuni”. E’ questo l’obiettivo di una proposta di legge statutaria presentata dalla consigliera regionale del Pd Titta Meucci.

«Già nell’agosto scorso – spiega Meucci – avendo appreso dell’intenzione del presidente Giani e del capogruppo Marras di presentare una proposta di legge sulla “sussidiarietà sociale e collaborazione civica per l’amministrazione dei beni comuni” e condividendone lo spirito ed il contenuto, ho ritenuto opportuno dare un contributo a questa iniziativa per rafforzarne il valore. Gli obiettivi della proposta Giani-Marras, a mio avviso, possono essere meglio perseguiti se il tema ed il principio dei “beni comuni” vengono assunti dalla Carta fondamentale della nostra Regione, vale a dire lo Statuto. Si tratta, in parole povere, di adeguare la nostra “costituzione” regionale ai nuovi diritti e alle nuove aspirazioni dei cittadini».

Ecco quindi che, se approvata, l’articolo 4 dello Statuto della Toscana , avrà tra le finalità principali “la tutela e la valorizzazione dei beni comuni, intesi quali beni materiali, immateriali e digitali che esprimono utilità funzionali all’esercizio dei diritti fondamentali della persona, al benessere individuale e collettivo e alla vita delle generazioni future”.

«E’ un tema attuale – aggiunge Meucci – solo apparentemente riservato agli addetti ai lavori. Se vogliamo infatti dare un senso al principio di sussidiarietà orizzontale (che prevede che Stato, Regioni ed enti locali debbano favorire l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale), la cosiddetta “cittadinanza attiva” che ne deriva deve trovare sbocco nella tutela e promozione dei “beni comuni”. Un concetto – continua la consigliera – che si è fortemente esteso ed evoluto negli ultimi anni, che non intende cioè solo le risorse naturali ma anche diversi diritti collettivi e servizi pubblici. Non è un caso che tanti Comuni, anche in Toscana, hanno adottato o stanno predisponendo appositi regolamenti per la gestione dei beni comuni. Credo quindi – conclude Meucci – che anche questo percorso dal basso, insieme all’approvazione di una nuova normativa regionale, possa essere rafforzato da un richiamo preciso nello Statuto della Toscana».

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