“Centrale del Latte strategica. Non dismettere la partecipazione di Fidi Toscana”


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Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità una mozione bipartisan presentata oggi in conferenza stampa da Bambagioni, Nascosti e Sgherri

MukkiDayFIRENZE 26.03.2014 (c.b.) “Mantenere e rafforzare il ruolo strategico della Regione, pur a fronte di una ipotizzata dismissione della partecipazione societaria di Fidi Toscana, nella gestione della Centrale del Latte di Firenze in senso strategico o propedeutico a scelte future da attuarsi in linea con i valori storici che hanno contraddistinto l’azienda per il forte legame con il territorio, la massima attenzione per il consumatore finale ed il massimo rispetto per la sicurezza e l’ambiente; sostegno indiretto nei riguardi della tenuta economica di molti piccoli allevatori, che, pur offrendo prodotti di qualità, non sarebbero in grado di competere finanziariamente nell’ampio mercato nazionale e regionale; intervento che peraltro sarebbe attuato in piena coerenza con le ‘finalità istituzionali’ perseguite dalla Regione e la cui sussistenza nel rispetto delle attuali normative rappresenta il requisito indispensabile al mantenimento diretto o indiretto di ‘partecipazioni’ societarie, in quanto è evidente la funzione strategica di questa società e la non convenienza a realizzare dalla vendita una cifra una tantum assolutamente non significativa rispetto al valore economico e patrimoniale che la presenza di questa azienda in Toscana garantisce ogni anno alla filiera agroalimentare”.

Sono questi gli impegni che il Consiglio regionale affida alla giunta toscana con una mozione approvata oggi all’unanimità, presentata da Paolo Bambagioni (Pd) e sottoscritta da Vanessa Boretti, Nicola Danti, Lucia De Robertis, Ivan Ferrucci, Eugenio Giani, Daniela Lastri, Fabrizio Mattei, Aldo Morelli, Simone Naldoni, Loris Rossetti, Marco Spinelli, Paolo Tognocchi (sempre Pd), Nicola Nascosti (Forza Italia), Monica Sgherri e Paolo Marini (Federazione della Sinistra e Verdi), Marco Carraresi (Udc), Marta Gazzarri e Marco Manneschi (Idv), Gian Luca Lazzeri e Antonio Gambetta Vianna (+Toscana-Ncd).

Il documento è stato presentato oggi a palazzo Panciatichi da Paolo Bambagioni, Stefania Fuscagni e Monica Sgherri.

Nella mozione si ripercorre la storia della Centrale del Latte di Firenze, Pistoia e Livorno spa, ricordando l’impegno del sindaco La Pira nel 1951 per farla nascere, adottando da subito la forma giuridica di società per azioni, cosa assai rara per quei tempi in cui si preferiva optare per le mucipalizzate. La mission, fin dal primo momento, fu “focalizzata sulla salvaguardia della salute dei cittadini”.

L’originaria compagine societaria (Comune di Firenze 47,60%; Coop Latte e Derivati 47,60%; CRF 2,40%; BNL 2,40%) nel 1964 subì, a seguito di una ristrutturazione aziendale e del fallimento della Cooperativa Latte e Derivati, una profonda modifica che vide il Comune di Firenze acquisire il 96% delle azioni, mentre CRF e BNL mantenevano il 2% del pacchetto azionario. Negli anni 80-90, poi,

la particolare attenzione prestata alle strategie di mercato portarono alla fusione della Centrale del Latte di Firenze con la Centrale di Pistoia (1982) e successivamente (1993) con il Consorzio provinciale livornese, così che il capitale sociale della “Centrale del Latte di Firenze, Pistoia e Livorno S.p.A.” risultava così ripartito: Comune di Firenze 55,27%; Comune di Pistoia 32,71%; Cons. Prov. Livornese 12,00%; CRF O,01%, BNL 0,01%.

La storia recente vide nel 2008 l’avvio di un confronto tra i soci circa la possibile conversione del prestito obbligazionario in essere, affidando a Fidi Toscana, in veste di advisor, gli opportuni approfondimenti. Si giunse poi a un Protocollo di intesa per la ricapitalizzazione della società, “finalizzato – si legge nella mozione – ad un aumento di capitale caratterizzato da un conferimento in denaro ben più sostanzioso del solo valore del prestito obbligazionario, segno inequivocabile della volontà pubblica di investire “nei valori” socio-economici rappresentati dalla Centrale del Latte”.

Dopo il protocollo d’intesa, quindi, cambia ancora la compagine societaria: Comune di Firenze 42,858%, Fidi Toscana Spa 23,892%; Comune di Pistoia 18,416%; Camera di Commercio Firenze 8,069%; Area Livornese 6,759%; Banca Nazionale del Lavoro 0,003%; Cassa di Risparmio di Firenze 0,003% (composizione in essere ancora oggi).

Secondo i consiglieri regionali questa attuale composizione societaria “rappresenta indubbiamente il frutto di una rinnovata attenzione degli organi istituzionali regionali nei riguardi della Centrale del Latte: una doverosa attenzione pubblica che ha consentito alla Centrale di approvare gli ultimi cinque bilanci in utile, segno di un ritrovato equilibrio dei conti, e di produrre un forte ridimensionamento dell’indebitamento aziendale”.

Perché ora i consiglieri regionali lanciano un appello a non dismettere la partecipazione in “Mukki Latte”?

Perché dopo la legge finanziaria nazionale del 2008 che prevedeva norme per l’alienazione di quote di società partecipate, la Regione Toscana approvò alcune norme che da un lato mettevano mano alla trasformazione di Fidi Toscana e sostenevano le dismissioni e dall’altro sancivano che “La Regione non può costituire, assumere o mantenere direttamente o indirettamente partecipazioni anche di minoranza in società aventi per oggetto produzioni di beni o di servizi non strettamente necessari per perseguire le proprie finalità istituzionali”.

Secondo i presentatori della mozione la Centrale del Latte non deve rientrare in questi parametri: “Pur in presenza delle stringenti norme in materia di partecipazioni regionali, la forte volontà pubblica espressa sino ad oggi e volta ad investire nei valori che la Centrale del latte riesce ad esprimere ogni giorno sia nella veste di ‘cosa’ collettiva, sia in quella di operatore sul libero mercato, ossia in un soggetto che costituisce l’asse portante” di una filiera vera e concreta animata da un indotto di mille persone che annualmente producono, raccolgono, trasformano e commercializzano più di settanta milioni di litri di latte; un movimento economico che vede impegnate 80 aziende agricole il cui lavoro si estende su oltre 50.000 ettari di terreno, ed in grado di distribuire sul territorio un “valore aggiunto sociale” quantificato in oltre 70 Milioni di euro l’anno, oltre ad un valore aggiunto di tipo ambientale derivante dall’opera di tutela e salvaguardia del paesaggio e dell’ambiente che la presenza e l’attività degli operatori riversa sul nostro territorio, contribuendo in maniera sostanziale al raggiungimento di quel complesso di parametri che caratterizzano la qualità della vita in Toscana e la bellezza del suo paesaggio”.

E infine ricordano: “le scelte strategiche di politica agricola messe in atto dalla Regione Toscana , orientate a favorire uno sviluppo sostenibile del sistema rurale, basato tra l’altro sulla valorizzazione dei prodotti locali, sull’integrazione tra agricoltura e ambiente , sulla tutela del consumatore in materia di tracciabilià e salubrità delle produzioni della zootecnia toscana; oltreché, come recita la recente legge regionale 80/2012 relativa all’Ente “Terre regionali toscane”, sulla volontà di rafforzare le opportunità di occupazione e di reddito delle aree rurali anche in funzione della salvaguardia della biodiversità, dello sviluppo sostenibile , e della tutela del paesaggio in funzione della prevenzione del dissesto idrogeologico”.

Per queste motivazioni, quindi, la Regione “deve mantenere e rafforzare il ruolo strategico” nella società.

Leggi qui il testo della mozione

 

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