Codice del Commercio, via libera alla nuova legge regionale. Gli interventi dei consiglieri Pd Niccolai, Gazzetti, Bezzini


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L’aula del Consiglio regionale ha approvato a maggioranza il nuovo Codice del Commercio della Regione Toscana a termine di un dibattito franco e partecipato. Oltre al presidente della commissione Sviluppo economico Gianni Anselmi, per il Partito Democratico sono intervenuti i consiglieri Marco Niccolai, Francesco Gazzetti, Simone Bezzini e Stefano Baccelli.

“Si tratta di un provvedimento importante, frutto di un confronto molto approfondito – commenta Marco Niccolai –. Trovo che siano state ascoltate al meglio le esigenze del settore guardando al commercio non solo dal punto di vista dello sviluppo del settore ma anche nella sua accezione sociale, ovvero come possibile deterrente al degrado delle città e come servizio essenziale nei territori montani e periferici. Proprio a questi territori, infatti, si rivolge particolare attenzione con alcuni specifici articoli, il 25, il 49 e il 110: dando la possibilità ai Comuni di inserire limitazioni a tutela dei centri urbani, di fare progetti di valorizzazione prendendo ad esempio esperienze positive già intraprese in alcune città dalla Regione; inserendo la possibilità di sostegno degli empori multifunzionali e degli esercizi di vicinato nelle aree in cui rappresentano veri e propri presidi di natura pubblica”.

“Riconoscendo la rilevanza e la qualità del testo arrivato in aula dopo il lungo lavoro portato avanti da Giunta e commissione consiliare – spiega Francesco Gazzetti –, voglio sottolineare la rinnovata attenzione che si è posta al comparto delle edicole. Come gruppo del Partito Democratico ci siamo interessati del tema già alcuni mesi fa con una mozione di cui sono primo firmatario, purtroppo le criticità che vivono gli edicolanti non sono risolte, ma con questa legge diamo loro un ulteriore segnale di vicinanza e sostegno e continueremo a farlo con ogni strumento possibile. Siamo fermamente convinti che le edicole siano molto più che un semplice spazio di vendita di giornali e riviste, in molte zone, nelle periferie sia delle città che della regione, sono luoghi di socialità, custodi di quello spirito di comunità che sempre più stiamo perdendo, oltreché spazi di circolazione di idee e informazioni. Per questo andremo avanti sulla strada tracciata e non diremo mai, mai, di smettere di comprare giornali, la cultura è libertà e le edicole ne sono certamente una bella espressione”.

 

“Con questa norma si riconosce un nuovo valore al commercio: c’é un segno politico diverso rispetto alla tendenza alla deregolamentazione del settore dominante negli ultimi anni in Italia, si punta su regolazione e concertazione. E lo si fa senza dirigismo, anzi spingendo verso la semplificazione, ma sempre con la consapevolezza che il mercato e i cambiamenti richiedano moderne politiche pubbliche tese a mitigare le distorsioni e gli squilibri che spesso si producono – spiega Simone Bezzini, primo firmatario di un ordine del giorno collegato alla legge –.  È fondamentale considerare la funzione sociale di qualificazione del tessuto urbano che il commercio svolge soprattutto in alcuni contesti. In relazione a questo abbiamo presentato un ordine del giorno che impegna la Giunta in tempi rapidi a predisporre misure per dare attuazione alle previsioni degli articoli 25, 110 e 111: mi riferisco al contrasto ai fenomeni di desertificazione del commercio al dettaglio in aree rurali e montane, allo sviluppo di ulteriori iniziative per supportare i Centri Commerciali Naturali e soprattutto alle azioni per sostenere i comuni che intenderanno usufruire delle possibilità che la legge prevede per tutelare le aree di particolare interesse per situazioni di pregio da salvaguardare, di criticità della rete commerciale da affrontare e di degrado da contrastare. Nessuno ha la bacchetta magica rispetto a fenomeni di trasformazione globale e non aspettatevi che la nuova norma abbia una funzione salvifica. La direzione presa però, nei limiti del possibile, é quella giusta”.

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