Daniela Lastri sulla bocciatura dei cinque alunni a Pontremoli


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La consigliera ha presentato un`interrogazione

FIRENZE – 12-6-2012 – Il caso dell’istituto comprensivo Giulio Tifoni di Pontremoli (Massa) dove sono stati bocciati cinque alunni in prima elementare “per non avere raggiunto gli obiettivi minimi del programma ministeriale”, arriva in Consiglio regionale. Daniela Lastri, consigliere regionale e responsabile Scuola del Pd toscano – dopo avere definito la scelta “vergognosa e pericolosa per il percorso di vita di bambini così piccoli” – ha presentato insieme ad altri consiglieri del Pd (Danti, Pugnalini, Matergi, Parrini e Pellegrinotti) un’interrogazione orale per chiedere maggiori spiegazioni sulle motivazioni che hanno determinato il mancato superamento dell’anno scolastico per cinque studenti, di cui uno disabile e due stranieri. Nel documento Lastri interroga il presidente della Giunta regionale sull’opportunità di “acquisire tutte le informazioni necessarie, sia direttamente dalla scuola sia tramite l’ufficio scolastico regionale, per comprendere i motivi della decisione; interpellare il ministero dell’Istruzione per chiedere una rapida ispezione presso l’istituto comprensivo di Pontremoli e inoltre di contribuire attraverso un controllo affinché non si istituiscano le cosiddette ‘classi pollaio’ per il prossimo anno scolastico e quali azioni intende promuovere a questo fine”, dato che i cinque ragazzi coinvolti nella vicenda erano iscritti a classi che superavano il limite previsto dalla legge. E proprio sul fenomeno delle “classi pollaio” all’istituto di Pontremoli era già intervenuto il Tar di Firenze che il 30 maggio 2012 aveva imposto lo sdoppiamento di alcune sezioni. Sempre per contrastare questo tipo di problemi nel territorio toscano il Consiglio regionale aveva approvato nel 2011 una mozione “In merito alle problematiche connesse all’eccessivo numero di studenti per ciascuna classe”, dove veniva espressa la contrarietà all’aumento del numero massimo di alunni per classe e la necessità di porre maggiore attenzione alle diverse situazioni degli alunni disabili. Lo stesso atto chiedeva sempre alla Regione (in sede di Conferenza Stato – Regioni) un intervento per arrivare a ripristinare i limiti imposti dalla legge relativi ai numeri per la formazione delle classi.

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