Diritto allo Studio, Alessandra Nardini: “Bene norma manovrina, ma ora guardiamo con decisione al futuro”


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La Consigliera ripresenterà, aggiornandola, la mozione per chiedere maggiore impegno a tutela e sostegno del diritto allo studio

Logo-Dsu-Toscana«Non c’è dubbio che si tratti di un primo risultato, che introduce elementi di chiarezza sulle situazioni pregresse e di fatto opera una sanatoria. Era proprio questo l’impegno che avevo richiesto alla Giunta Regionale nei confronti del Governo e del Parlamento attraverso una mozione che era all’ordine del giorno nell’ultima seduta del Consiglio. Ma, come giustamente ha affermato l’Assessora Monica Barni, non ci fermiamo qui: la nostra iniziativa per sostenere l’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio prosegue e si intensifica con l’obiettivo di avere certezze sulle risorse da garantire per il domani. Per questo credo sia opportuno coinvolgere ancora il Consiglio Regionale e, a questo punto, assumere una posizione che guardi al futuro».

Lo dice Alessandra Nardini, consigliera regionale Pd, commentando l’approvazione in Senato dell’emendamento sui meccanismi di detrazione dell’Iva sui servizi erogati dalle aziende di diritto allo studio universitario.

Nardini annuncia quindi che il testo della mozione presentata sarà aggiornato, puntando a sostenere l’iniziativa della Giunta Regionale annunciata dall’Asessora Barni per scongiurare tagli alle aziende per il diritto allo studio.

«Il diritto allo studio – ricorda Nardini – è tra i fondamenti della nostra Costituzione ed il compito degli enti pubblici, nel caso della formazione universitaria della Regione, è quello di rimuovere ostacoli sociali ed economici affinché ogni cittadino possa raggiungere un alto livello d’istruzione. Spero che ora il governo nazionale, anche grazie ad un’incalzante iniziativa delle Regioni che continuerà a vedere, sono certa, la Toscana protagonista, riesca a trovare nuove risorse per guardare al futuro. Perché stiamo parlando di migliaia di ragazze e ragazzi che oggi possono permettersi di frequentare l’università solo grazie al sostegno economico pubblico. La tutela e la promozione di questi diritti – conclude la consigliera – devono assolutamente rimanere una priorità dell’azione di governo nazionale e regionale».

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