Dsu, Nardini (PD): “Proseguire sulla strada intrapresa, il diritto allo studio è una priorità da perseguire non da limitare”


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nardiniLa mozione della consigliera regionale Pd

 

“Il diritto allo studio è tra i fondamenti della nostra Costituzione ed il compito degli enti pubblici, nel caso della formazione universitaria della Regione, è quello di rimuovere ostacoli sociali ed economici affinché ogni cittadino possa raggiungere un alto livello d’istruzione. Per questo ho deciso di sostenere la Regione nella strada intrapresa, un percorso che trovo corretto e indispensabile per tutelare gli studenti supportato anche dalla proposta presentata in Parlamento dal segretario Parrini. E l’ho fatto presentando una mozione che impegna la giunta a ribadire la correttezza dell’operato dell’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario in materia di Iva in particolare in occasione dell’incontro tra la Conferenza delle Regione e il Governo previsto per il prossimo 25 maggio”. Così la consigliera democratica Alessandra Nardini illustrando la mozione di cui è promotrice.

L’Agenzia delle entrate ha svolto nei confronti dell’Azienda per il diritto allo studio una verifica fiscale, in materia di Iva, sulle operazioni attive compiute negli anni 2011, 2012, 2013 e 2014 relativamente ai servizi di vitto e alloggio prestati. Al termine della verifica, è stato notificato un verbale di contestazione con cui l’Agenzia delle entrate rileva come il trattamento Iva delle operazioni dell’Azienda deve esser valutato alla luce di un sentenza del 2011 della Corte di Cassazione. L’Azienda per il diritto allo studio universitario ha depositato una memoria difensiva in cui ha confermato che i servizi prestati dall’Ente agli studenti universitari sono riconducibili alla sfera commerciale, ad esempio vitto ed alloggio, quindi soggetti ad Iva. Fino ad oggi veniva richiesta ed ottenuta la restituzione dell’Iva a credito dalle Aziende per il diritto allo studio.

“La richiesta dell’Amministrazione finanziaria relativa al recupero dell’Iva detratta ammonta a diversi milioni di euro, è ovvio che – prosegue Nardini – se si concretizzasse, significherebbe un taglio netto ai servizi che l’Azienda eroga agli studenti. Sarebbe un danno gravissimo per migliaia di ragazze e ragazzi che oggi possono permettersi di frequentare l’università solo grazie al sostegno economico pubblico, un passo indietro enorme in termini di diritti e accessibilità all’istruzione, ma anche un’umiliazione per il sistema dell’alta formazione toscano da sempre riconosciuto eccellente anche in virtù della gestione del diritto allo studio. Insomma, un esito negativo che possiamo e dobbiamo scongiurare”.

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