Naldoni (Pd) replica a Mugnai (Pdl): “Dire che in Toscana di sanità si muore è un’offesa a tutto il settore. Invito il consigliere a fare marcia indietro”


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“Leggo con stupore le dichiarazioni del vicepresidente della quarta commissione consiliare, Stefano Mugnai, a seguito delle recenti tragedie avvenute in Toscana e mi sento di dover dire che la misura è colma. Credo che in queste ore al centro della nostra riflessione dovrebbe esserci non certo la bieca e cinica strumentalità di parte – della quale, onestamente, il consigliere Mugnai, non credevo fosse capace – ma l’unità di tutto il mondo politico toscano nel far giungere alle famiglie coinvolte in queste tragedie le condoglianze e il senso di partecipazione. Si tratta di vite che probabilmente potevano essere salvate e delle quali ora, purtroppo, piangiamo la fine”. Così Simone Naldoni, consigliere regionale, membro della quarta commissione consiliare e responsabile sanità del Pd toscano, risponde alle dichiarazioni fatte dall’esponente del Pdl, Stefano Mugnai. “L’affannarsi a dare immediatamente la colpa al presidente e all’assessore regionali è sbagliato, pretestuoso e fuorviante. In primo luogo  – spiega Naldoni – è sbagliato perché al momento gli eventi occorsi sembrano essere causati da drammatici e gravissimi errori umani; dico sembrano perché su tutti e tre gli episodi sta indagando la magistratura e sono in corso ispezioni. E quindi, sarà meglio che il centrodestra toscano aspetti almeno il risultato delle ispezioni ministeriali, prima di mostrare certezze granitiche. In secondo luogo, trovo pretestuose le affermazioni dell’esponente del Pdl perché risultano generiche e attinte dal file ‘critiche buone per tutte le stagioni’, senza entrare nel dettaglio della questione; infatti, ad oggi, risultano rispettate le procedure dei casi di Orbetello e di Grosseto, mentre nel caso versiliese l’organizzazione sanitaria, tanto vituperata da Mugnai, aveva posto le condizioni per cui a seguito della richiesta di aiuto arrivassero sul posto un medico, un infermiere, un auto altamente attrezzata e un’ulteriore ambulanza di supporto, anch’essa attrezzata. Questo è quanto prevedeva l’organizzazione sanitaria toscana per eventi di quel tipo. Pertanto – continua Naldoni – se nell’equipaggiare l’auto che prevede il defibrillatore al suo interno, si è omesso di controllare che tutto fosse al suo posto, questo non è certo imputabile a chi ha lavorato perché il 118 in Toscana fosse dotato di tutti gli strumenti necessari per intervenire nei confronti dei pazienti. Infine, ritengo fuorvianti le dichiarazioni di Mugnai perché a fronte di questi eventi tragici e per migliorare ulteriormente le procedure al fine di evitare il ripetersi di tali disgrazie – è giusto adoperarsi per far scattare nuove misure di sicurezza in tutti i nostri servizi. Siamo di fronte a tre decessi forse evitabili e per quanto ci riguarda non basterà stabilire se le procedure erano corrette o meno; non consolerà certificare l’errore umano, ma davanti a questi casi è evidente che c’è bisogno di interrogarsi ulteriormente. Quindi nessun declino della sanità regionale; ricordo a Mugnai come a discutere l’accordo nazionale sulla decisioni a proposito delle regioni benchmark la Toscana abbia trovato come alleata la Lombardia, la quale, e non è stata la sola, ha contestato quegli stessi elementi di rapporto, qualità – costo – efficacia che potrebbero vedere anche la stessa Lombardia, oltre al Veneto, esclusa dalle tre regioni benchmark. Infatti, ai primi tre posti troviamo Umbria Emilia Romagna e Marche. Al contrario di Mugnai, non sono annebbiato da alcun furore ideologico e per questo, pensare che tra le regioni benchmark in Italia non ci sia la Lombardia, mi sembra sbagliato. Auspico, inoltre, che il centrodestra toscano – sia pure nel contesto di un’aspra polemica politica che vede maggioranza e opposizione svolgere il proprio ruolo – sappia fugare la sensazione di tifare contro che, invece, ha dato in questa occasione. Al primo posto del nostro lavoro, nel rispetto dei ruoli, ci deve essere la sicurezza dei cittadini toscani e il loro diritto alla salute. Invito, infine, il vicepresidente Mugnai a ritirare la frase ‘intanto qui di sanità si muore’, perché è un’affermazione vergognosa che offende il lavoro quotidiano dei nostri professionisti che ogni giorno salvano vite umane”.

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