No alla Fondazione dedicata ad un femminicida, approvata all’unanimità mozione proposta da Enrico Sostegni


Share

“Disincentivare ogni iniziativa ambigua, non riconoscere la Fondazione”, ha detto Sostegni

“Importante posizione unanime”, ha detto Nicola Ciolini

«La decisione della famiglia di Federico Zini, il venticinquenne che lo scorso 26 maggio ha ucciso la ex fidanzata Elisa Amato, di intitolare una fondazione alla memoria del figlio con l’intento dichiarato di combattere la violenza di genere e aiutare bambini in condizioni di disagio è una iniziativa che suscita tutta la nostra contrarietà ed è per questo che chiediamo alla Regione Toscana di agire, nell’ambito delle proprie competenze tra cui quella di concedere il riconoscimento giuridico, per disincentivare ogni iniziativa che, come questa, possa alimentare un messaggio ambiguo rispetto alle politiche di contrasto alla violenza di genere».

Lo ha detto il consigliere regionale del Pd Enrico Sostegni, intervenendo in Consiglio regionale sulla mozione sul caso Amato-Zini da lui stesso presentata nell’agosto scorso. Un atto, approvato poi dall’aula all’unanimità, nel quale si ricorda come la Regione Toscana abbia da sempre posto in primo piano le politiche incentrate sul contrasto alla violenza di genere attraverso un lavoro svolto, in primo luogo, a livello culturale sviluppando misure finalizzate ad aumentare la consapevolezza delle donne vittime di violenza circa la loro condizione e diffondendo un’educazione alle relazioni e al rispetto di genere.

Per questo, ha aggiunto Sostegni, «abbiamo il dovere di opporci ad un messaggio ambiguo e sbagliato che a nostro avviso questa decisione della famiglia Zini porta con sé: quello per cui chi ha commesso un delitto così violento ed efferato possa invece diventare la vittima, insinuando altresì l’idea che la vittima del femminicidio possa essere in qualche modo responsabile e creando così un precedente ambiguo e pericoloso».

Tragedie come questa, ha concluso Sostegni, oltre a distruggere famiglie e amici sia della vittima che di chi si rende reo di tale gravissimo crimine, scuotono profondamente le realtà locali nelle quali avvengono e più in generale tutta l’opinione pubblica in quanto sono ingiustificabili e incomprensibili gesti, purtroppo ancora molto, troppo frequenti. «L’intitolazione di una Fondazione ad un femminicida potrebbe rappresentare anche un ulteriore deterrente per le donne a denunciare le violenze subite. E questo non possiamo permetterlo».

Sulla mozione è intervenuto anche il consigliere Pd Nicola Ciolini, ricordando «una vicenda che ha suscitato l’attenzione di molte amministrazioni comunali, tra le quali quelle dell’area pratese vista anche che Elisa Amato abitava proprio a Prato, che hanno approvato mozioni simili. Credo che sia molto importante che il Consiglio regionale, su questo tema, assuma una posizione unanime», ha concluso.

Share