Nuova disciplina per i “distretti rurali”, Approvata Legge regionale. Gianni Anselmi e Marco Niccolai spiegano le novità


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Il provvedimento è stato illustrato in aula dal presidente Gianni Anselmi (Pd): “Un adeguamento necessario ma anche novità importanti”

Marco Niccolai, intervenuto in aula per il gruppo Pd, ha sottolineato il valore dei distretti

Terreno-agricoloIl Consiglio regionale ha approvato ieri sera una nuova disciplina dei distretti rurali. Quelli già istituiti in Toscana sono: Lunigiana, Maremma, Rurale-Vivaistico ornamentale della provincia di Pistoia, Floricolo interprovinciale di Lucca e Pistoia, Rurale Forestale della montagna pistoiese, Montalcino San Giovanni d’Asso.

«L’esigenza di questa nuova legge – ha detto il presidente della commissione agricoltura Gianni Anselmi (Pd) presentando la proposta in aula – è quella di rendere le norme sul distretto rurale funzionali e adeguate al nuovo contesto istituzionale che si è delineato con il venir meno del ruolo delle Province. Ma non ci siamo limitati a questo, infatti abbiamo anche inserito norme per adeguare i distretti all’attuale fase socio-economica che vede nel mondo agricolo e rurale un’opportunità importante di sviluppo del territorio della Toscana. Tra le novità, nel nuovo impianto normativo si prevede la costituzione di un’assemblea di distretto che approvi il “progetto economico territoriale”, ne verifichi la corretta ed efficace attuazione e viene fissato un limite temporale per l’attuazione del progetto stesso: dai 3 a 5 anni. Poi, con un emendamento approvato in commissione – ha continuato Anselmi – abbiamo esplicitato che vi debba essere coerenza tra i progetti presentati per accedere ai finanziamenti e la programmazione agricola delle Regione. Inoltre, cambia il ruolo del soggetto referente del distretto, che potrà assumere qualsiasi forma giuridica e avrà il compito di predisporre e attuare il progetto economico territoriale e di provvedere all’organizzazione delle attività del distretto. Infine – ha concluso Anselmi – viene introdotta la revoca del riconoscimento, rinviando al regolamento di attuazione per la definizione delle modalità e dei termini della stessa e confermata, invece, la modalità di costituzione tramite accordo e riconoscimento dalla Regione sulla base di un progetto economico territoriale.»

«Dopo 13 anni – ha detto il consigliere Pd Marco Niccolai intervenendo in aula –  facciamo il tagliando al sistema dei distretti, cogliendo l’opportunità offertaci dal mutato contesto istituzionale di riferimento per operare alcune modifiche che riteniamo migliorative. Siamo convinti che lo strumento del distretto sia utile per lo sviluppo e la valorizzazione del territorio rurale e per l’integrazione tra le politiche portate avanti dai soggetti pubblici e privati del territorio: dove vi è frammentazione un distretto può coordinare le politiche.  Un punto fondamentale che più volte ci è stato posto era quello delle risorse necessarie per portare avanti il progetto di sviluppo alla base del distretto: grazie ad un emendamento che ho presentato in commissione, la legge ora prevede che la Regione debba destinare, nell’ambito della propria programmazione dedicata all’agricoltura, risorse dedicate a portare avanti gli obiettivi definiti dal distretto. Sulla possibilità di revoca del riconoscimento – ha concluso Niccolai – credo si tratti di una sorta d’incentivo: la Regione mostra di credere in questo strumento e chiede a tutti di fare e bene la propria parte. Se questo non avviene il distretto perde il proprio senso. Anche aver definito che i progetti di sviluppo abbiamo orizzonte di massimo 5 anni dà il senso di un’attività che deve essere definita e riscontrabile.”

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