Qualità dell’aria, Monni e Meucci (PD): “Priorità è salute dei cittadini. Lavoriamo sui dati e diciamo no alle mistificazioni”


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Stamani la presentazione degli studi e rilevamenti curati dal professore Udisti dell’Università di Firenze. Insieme alle consigliere è intervenuto anche il presidente degli Amici della Terra della Toscana Sergio Gatteschi

La qualità dell’aria nella Piana  è mediamente buona e a causare gli sforamenti delle polveri sottili sono soprattutto le maggiori concentrazioni delle emissioni da traffico e da riscaldamento domestico, incrementate dalla scarsa circolazione atmosferica che si registra nei periodi freddi. In particolare, negli ultimi anni, si e’ avuto un notevole aumento degli impianti di combustione a biomasse (pellet e legna), che hanno emissioni di particolato da 20 (pellet) a 1000 (legna) volte più elevate rispetto ad impianti di riscaldamento a metano di pari potenza.

Sono gli aspetti più interessanti che emergono da numerosi studi ( studio pilota aerosol Sesto Fiorentino, progetto Patos, progetto Airuse, progetto Pegaso, rilevazioni centraline Arpat), condotti dal professor Roberto Udisti, del Dipartimento di Chimica – Polo Scientifico – Università di Firenze, e presentati oggi in consiglio regionale insieme alla vice capogruppo del Pd Monia Monni, la consigliera Titta Meucci e il presidente dell’associazione Amici della Terra della Toscana Sergio Gatteschi.

“La Piana – spiegano Udisti e Gatteschi– è stata monitorata negli anni precedenti nell’area dell’Osmannoro (di fronte a Case Passerini)  e al limitare dell’abitato di Sesto Fiorentino (Villa San Lorenzo), e i dati sulla qualità dell’aria sono ora disponibili. Si conferma che i valori medi annui del PM10 e del PM2.5 sono sotto i limiti previsti dalla vigente legislazione e che anche le concentrazioni atmosferiche dei metalli per i quali sono previste norme prescrittive (piombo, nichel, cadmio e arsenico), sono al di sotto dei livelli di attenzione. E’ necessario,però,evidenziare che occorre dare continuità a tali osservazioni, integrandole con misure di marker specifici per identificare e quantificare le combustioni di biomassa e per la determinazione delle concentrazioni atmosferiche di nano-particelle, emesse dal traffico e dai processi di combustione. A tale scopo, sarebbe fortemente auspicabile l’utilizzo di una centralina posta nella Piana di Sesto Fiorentino, utilizzando la stazione dell’Università’ di Firenze già presente all’Osmannoro o spostandola all’interno del Polo Scientifico”.

Allargando l’osservazione ad aree vicine, il contributo delle emissioni dell’inceneritore a Montale è risultato essere poco significativo, pari al 5% nell’area ristretta di una cittadina che ha solo 10mila abitanti, in linea con i dati Ispra che attribuiscono agli inceneritori appena lo 0,03% della produzione di diossine a livello nazionale. A Montale, il maggiore contributo alle emissioni (34%) di polveri sottili nei giorni di superamento dei limiti è causato dalla combustione di biomasse. Durante tali giorni, il contributo al PM10 degli impianti di combustione e’ risultato essere 7 volte maggiore di quello relativo alle emissioni dell’inceneritore. “Questi dati – proseguono Monni e Meucci– ci dicono che dobbiamo alzare il livello delle politiche per migliorare le normative in materia di impianti di combustione di biomassa anche domestici e continuare  a migliorare il trasposto su rotaia alternativo  a quello su gomma.  Ma sono anche dati che ci rassicurano sulla questione termovalorizzatore. La prima cosa  è tutelare la salute dei cittadini e se l’incidenza dell’impianto di Montale è del 5% (in un ambito molto ristretto ) i termovalorizzatori di ultima generazione, come quello previsto a Case Passerini, che sarà il più avanzato d’Europa,  saranno ancora più efficienti e meno inquinanti”.

Sia la vice capogruppo Monia Monni che la consigliera Elisabetta Meucci hanno ricordato che “le direttive europee ci dicono che il termovalorizzatore rientra appieno nel ciclo integrato dei rifiuti. E’ evidente che si evidenzia anche la necessità di intervenire sul traffico  e il potenziamento della tramvia va proprio in questa direzione. L’obiettivo è  continuare a lavorare in sinergia coinvolgendo, oltre l’Unione europea, le Regione, i comuni e i cittadini affinché si prosegua con forza nella strada  delle politiche integrate per l’efficienza energetica”

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