Rifiuti, De Robertis: “San Zeno, niente raddoppio ma svolta green”


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derobertis2Il commento della vice Presidente del gruppo Pd sul Piano Regionale dei rifiuti

FIRENZE 19.11.2014 – “Né cancellazione né raddoppio ma una nuova e moderna configurazione dell’impianto. Gli emendamenti che ho concordato con il Comune di Arezzo e che sono stati approvati hanno delineato un futuro diverso per l’impianto di San Zeno che sposta il suo “asse” dallo smaltimento al recupero di materia. La logica che abbiamo affermato è semplice: meno incenerimento e più recupero. Una logica rispondente alla volontà di Arezzo e alla filosofia del Piano regionale. Per aumentare la raccolta differenziata è infatti necessario potenziare gli impianti di recupero, soprattutto per la parte organica in modo da evitare che a valle della raccolta differenziata vada tutto in discarica. Una strategia che vede allineata anche Aisa Impianti che nel suo piano industriale ha abbandonato l’ormai remota ipotesi di raddoppio e che si è invece concentrata sulla possibilità di recuperare materia ed energia. Inoltre vorrei sottolineare che il Piano Regionale non determina la decadenza del Piano interprovinciale che prevede il blocco del raddoppio di San Zeno anzi con la legge regionale 61 appositamente emendata in commissione ne manteniamo la validità”.

Lo dice Lucia De Robertis, vicecapogruppo Pd in Consiglio regionale, commentando l’approvazione del piano regionale dei rifiuti, avvenuta ieri a Firenze.

La consigliera, poi, sintetizza le linee di fondo del Piano Regionale appena approvato dal Consiglio.

“E’ stato deciso di non realizzare più impianti di trattamento meccanico biologico (inceneritori o di compostaggio) oltre quelli già previsti dai piani interprovinciali o già concessionari. In questo senso gli impianti non operativi non ripartiranno ma saranno possibili adeguamenti e ristrutturazioni, anche strategiche, per quelli in funzione. A regime, e cioè al traguardo fissato del 2020, la gestione virtuosa dei rifiuti dovrà raggiungere questi obiettivi: 70 per cento di rifiuti differenziati da avviare al riciclo; 20 per cento di rifiuti impiegati per il recupero energetico (incenerimento); 10 per cento di rifiuti da conferire in discarica. Per aumentare il materiale da avviare al riciclo deve crescere la quantità, e soprattutto la qualità, della raccolta differenziata. Assi portanti sono dunque: riduzione della formazione dei rifiuti (da 20 a 50 kg in meno per abitante);  aumento della raccolta differenziata dei rifiuti urbani (deve raggiungere il 70 per cento del totale dei rifiuti urbani); crescita del riciclo di materia da rifiuti urbani (per una previsione di raggiungimento fissata al 60 per cento); spinta verso il recupero energetico (dall’attuale 13 per cento si punta ad arrivare al 20); riduzione del conferimento in discarica (per passare dall’attuale 42 per cento ad un massimo del 10 per cento dei rifiuti urbani); diminuzione del numero di impianti (dei nove previsti ne sono confermati sette).”

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