Scaramelli alla Lega: “No a parallelismi fra un poster di Che Guevara e l’apologia del fascismo. Uno esprime la libertà di pensiero, l’altro è un reato”


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Il consigliere Pd: “Pericoloso cambiare il senso della nostra storia”

“Un poster di Che Guevara paragonato all’apologia del fascismo celebrata da una bandiera usata dai gruppi neonazisti affissa nella caserma Baldissera. Un parallelismo assurdo e senza senso che denota la mancanza di conoscenza della storia e del suo significato. Un ennesimo episodio di fake news, di manipolazione e strumentalizzazione di  informazioni deviate”. Così il consigliere del Partito democratico in Regione Stefano Scaramelli commenta l’attacco su Facebook di un consigliere di Lega Nord per avere affisso nella sua stanza in palazzo del Pegaso un poster di Che Guevara che possiede dall’età di sedici anni. “Rivendico con forza questo poster – aggiunge Scaramelli -. Il Che per me è stato un punto di riferimento ideale, rappresenta la lotta di chi sta dalla parte dei deboli. Ma ciò che mi stupisce  e mi preoccupa seriamente è confondere l’apologia del fascismo celebrata nella stanza della caserma Baldissera, che è un reato condannato dalla nostra Costituzione, con la passione verso un personaggio che può piacere o meno, ma la cui immagine non costituisce alcun reato. Ricordo, infatti, che l’articolo 21 della Costituzione afferma che ognuno è libero di manifestare il suo pensiero con parola, scritto o ogni altro mezzo di diffusione”. La foto, che ritrae il poster nella stanza di Scaramelli, è stata strumento di un attacco forte e violento che ha generato reazioni ingiuriose ed oltre 368 condivisioni che, in modo virale,  hanno provocato commenti profondamente offensivi. “Quello che è successo nei social – prosegue Scaramelli– fa male e rappresenta  un livello di aggressività e violenza che delegittima l’altro e chi la pensa diversamente. Un messaggio violento che dobbiamo combattere. Una deriva che non possiamo accettare . Potranno chiedermi di togliere il manifesto di Che Guevara ma non il tatuaggio che porto sulla spalla. L’esercito più forte è quello che marcia al passo del più debole. Lo ha detto Che Guevara e lo rivendico come principio politico che sostengo. Invito i consiglieri della Lega a studiare un po’ di storia”. Scaramelli interverrà in merito oggi durante la seduta del consiglio regionale.

 

Il poster di Ernesto Che Guevara nella stanza di Scaramelli recita: “No soy un libertador. Son los Pueblos quienes se liberan a sì mismos”. Tradotto: Non sono un liberatore. I liberatori non esistono. Sono solo i popoli che si liberano da sé.

 

 

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