Una rete a maglie strette per scacciare la diffidenza


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SostegniLucignano (Montespertoli) – 12,25 A Lucignano, piccola frazione del comune di Montespertoli, accoglienza inizia ad essere una parola piena di significato. Qualcosa di concreto che si percepisce visitando i locali della ex scuola che oggi ospita venticinque ragazzi tra i venti e i ventisei anni, gran parte dei quali arrivati nel luglio scorso. Undici sono bengalesi, altrettanti vengono dalla Nigeria, due sono del Ghana e uno, Diallà, viene dal Mali.

È proprio la sua storia ad avermi colpito. Ha ventun’anni, nel 2013, è scappato dalla capitale Bamako e dalla guerra civile. Minacciato e perseguitato dalla sua stessa comunità, compreso suo padre, per avere abbracciato la religione cristiana (il Mali è a maggioranza musulmana), ai cui precetti si è avvicinato frequentando la scuola. Dopo la fuga Diallà ha trascorso quasi due anni tra Algeria e Libia, infine è arrivato a Lucignano, dove pian piano sta ritrovando un po’ di serenità.

Merito di un modello di accoglienza che qui funziona. Non era scontato all’inizio, con venticinque migranti piombati assieme ad un grosso carico di pregiudizi in una frazione di 150 abitanti. Il sindaco e la giunta hanno puntato sulla partecipazione, promuovendo incontri per spiegare e coinvolgere i cittadini. Il resto lo ha fatto la qualità di questo progetto di accoglienza, che vede Asev (l’agenzia per lo sviluppo dell’Empolese Valdelsa) come capofila, assieme ad altri quattro soggetti – oltre naturalmente al Comune, la Croce d’oro di Montespertoli, Casa di riposo Rsa, e Publicasa – con i quali a breve i giovani profughi inizieranno a svolgere attività formative, ricreative e di volontariato. Dalla diffidenza iniziale, in alcuni casi un vero e proprio rigetto, si è passati adesso a una piena empatia tra la comunità e questi ragazzi.

Enrico Sostegni

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