Violenza sulle donne. Nardini (Pd): “Diamo gambe a un cambio di paradigma culturale. Serve strategia urgente e condivisa”


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femminicidio-62136.660x368Approvata in Consiglio regionale la mozione presenta da Alessandra Nardini e sottoscritta da tutto il gruppo del Partito Democratico per chiedere che la Regione si attivi affinché si metta in campo  una strategia condivisa contro il fenomeno della violenza di genere.

“Il Consiglio Regionale, grazie all’impegno di tutto il gruppo del Partito Democratico, dà un segnale importante contro la violenza sulle donne. Con questa mozione chiediamo che si dia inizio ad un percorso condiviso e a un piano d’intervento che coinvolga  istituzioni e operatori del settore per contrastare questa piaga sociale. Quello della violenza sulle donne è fenomeno trasversale e drammatico, che può riguardare tutte le donne e che continua a presentare numeri elevati, per questo avevo auspicato fosse possibile esprimere voto favorevole unanime su questo testo.
Trovo agghiacciante il voto contrario del gruppo della Lega, che oggi in Aula non ha perso occasione per strumentalizzare un tema tanto delicato”, così Alessandra Nardini, Consigliera Regionale del Partito Democratico, illustrando la mozione in aula.

“Oltre a una presa di posizione decisa da parte delle istituzioni a tutti i livelli e alla volontà di agire in modo sinergico, credo fermamente sia necessario riconoscere il fatto che la violenza di genere si configura all’interno della nostra società come un fenomeno di carattere strutturale, radicato, culturale, quale manifestazione di rapporti di forza storicamente diseguali tra i sessi. Si deve ripartire da qui,  mediante piani di offerta formativa che prevedano, già dalle prime fasi del ciclo di istruzione, l’attivazione di programmi scolastici finalizzati all’attuazione dei principi di pari opportunità, alla promozione dell’educazione alla parità tra i sessi, alla prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni; azioni previste all’interno della riforma della Buona Scuola. Se nel rivendicare questo vengo paragonata alla Presidente della Camera, Laura Boldrini, lo ritengo un complimento: è una donna delle istituzioni che stimo e che sta facendo molto contro la violenza sulle donne e per promuovere la parità di genere” – continua la consigliera Pd Alessandra Nardini.

“La Regione Toscana si è sempre contraddistinta per l’attenzione verso i diritti e le pari opportunità, nella lotta alle disuguaglianze e alle discriminazioni di ogni tipo.
La mozione chiede di  mettere in rete diverse competenze e diversi attori regionali.
L’idea è quella di dare vita a un tavolo di confronto che coinvolga assessorati alla cultura e pari opportunità, diritto alla salute, welfare e integrazione socio sanitaria, istruzione, formazione e lavoro, Commissione Regionale pari opportunità, coordinamenti toscani dei centri antiviolenza e soggetti istituzionali interessati, con l’obiettivo di mettere in atto un’efficace strategia di prevenzione, sensibilizzazione, contrasto e aiuto alle vittime di violenza.
Nella nostra regione,  dal 2009 al 2015,  le donne che si sono rivolte a un centro antiviolenza sono state 13.461; dal 2006 al 2014 sono state uccise 77 donne; 7.010 i minori che negli ultimi cinque anni  hanno assistito a fenomeni di violenza familiare.
Questi dati ci spingono a fare ancora di più: dare segnali forti e chiari, visibili, concreti e incisivi.
Chiediamo alla Giunta di attivarsi presso il Governo affinché sia data piena applicazione alla Convenzione di Istanbul che, tra le altre cose, riconosce la violenza nei confronti delle donne come una violazione dei diritti umani. Allo stesso tempo bisogna dare gambe ad un cambiamento socio-culturale che parta dai contesti formativi in cui crescono le nuove generazioni.
Inoltre vogliamo aderiamo alla campagna #drapporosso contro il femminicidio e diffondere questo messaggio sia dentro che fuori le nostre istituzioni.
Infine – conclude Nardini – per sconfiggere questo fenomeno ritengo sia fondamentale un impegno anche da parte degli uomini, proprio partire da coloro che ricoprono ruoli istituzionali. A loro rivolgo un ulteriore appello: alle donne bisogna rivolgersi in modo rispettoso, sempre, anche all’interno della legittima discussione politica”.

 

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