Appalti, proposta di legge Pd per favorire imprese del territorio


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Il capogruppo Pd in Regione Leonardo Marras e il presidente commissione Infrastrutture Stefano Baccelli hanno presentato le nuove “Disposizioni organizzative in materia di procedure di affidamento di lavori”, relative a quelli compresi tra 40 mila e 1 milione di euro, mentre la Giunta è al lavoro con sindacati e associazioni del settore su un più ampio protocollo sugli appalti

Garantire il più possibile l’affidamento di lavori pubblici a imprese toscane. È l’obiettivo delle “Disposizioni organizzative in materia di procedure di affidamento di lavori”, presentate oggi in conferenza stampa a Firenze da Leonardo Marras, capogruppo Pd Regione Toscana e Stefano Baccelli, presidente commissione Infrastrutture.

«Mentre la Giunta – ha spiegato Marras – sta definendo con sindacati e associazioni del settore un più ampio protocollo sugli appalti pubblici, il gruppo Pd avanza questa proposta che riguarda quelli compresi tra 40.000 euro e 1 milione e va a colmare un vuoto normativo statale. Il governo – ha ricordato – in questi giorni sta cercando maldestramente di correre ai ripari alzando le soglie per gli affidamenti diretti, secondo una logica priva di senso e foriera di grandi problemi di gestione. Noi, invece, cerchiamo di dare valore alle gare pubbliche e alla qualità delle esecuzioni chiamando il tessuto locale a concorrere con certezza nel mercato degli appalti del territorio. Crediamo – ha concluso Marras – che nei limiti dettati dalle norme europee e nazionali questa proposta di legge possa rappresentare davvero un valore aggiunto per le imprese toscane e l’occupazione».

«Questa proposta di legge – ha spiegato Baccelli – è frutto diretto della nostra esperienza amministrativa. In materia di appalti pubblici il duplice obiettivo di una pubblica amministrazione è essenzialmente quello che l’opera sia eseguita a regola d’arte e in tempi certi. Per raggiungerlo la via è quella di coinvolgere il più possibile le imprese del territorio, che sono più vicine e conoscono meglio le esigenze locali. In questo modo riusciamo inoltre a creare nuova e buona occupazione nella nostra regione. Il modello che abbiamo preso in considerazione è quello dell’albo dei fornitori, che già avevamo adottato, per esempio, in Provincia di Lucca. Qualora non sia scelto questo criterio, abbiamo disciplinato in modo obbligatorio e cogente il metodo del sorteggio, oggi prevalentemente utilizzato, imponendo la partecipazione del 50% delle imprese del territorio. L’obiettivo ulteriore che ci poniamo – ha concluso Baccelli – è quello di promuovere questa buona pratica presso tutti gli enti locali».

Nello specifico, le nuove disposizioni prescrivono due strade da seguire. Una è quella di stilare elenchi delle imprese da invitare, facendo particolare attenzione al rispetto del principio della rotazione e al possesso, da parte degli operatori economici, di certificazioni di qualità. La seconda è quella del sorteggio, metodologia normalmente utilizzata per questo tipo di procedure, che, in base a questa normativa, però, presenta una novità: si dovrà necessariamente garantire la partecipazione del 50% di imprese iscritte alle Camere di Commercio della Toscana. Sarà START, il Sistema Telematico di Acquisti della Regione Toscana, a assicurare attraverso procedure informatizzate, la presenza di almeno metà soggetti della nostra regione. Mentre sarà una delibera di Giunta a disciplinare, con apposite linee guida, le modalità dei costituzione e gestione degli elenchi degli operatori economici da consultare, eventualmente distinti per categoria e fascia di importo, in modo da garantire capillarmente la partecipazione di micro, piccole e medie imprese che rispettino parametri di qualità in materia ambientale, sociale, di sicurezza e salute dei lavoratori o altro, appositamente certificati. Le nuove disposizioni sono rivolte alla Regione e ai relativi enti dipendenti (ASL ed Estar compresi) ma se ne promuove l’applicazione a tutti gli enti locali attraverso l’utilizzo della piattaforma START. In questo modo si punta a valorizzare il tessuto economico toscano e le sue piccole e medie imprese, quelle che tra le altre cose possono, per prossimità operativa, offrire maggiore certezza dei tempi di realizzazione e nel contempo si promuove la più ampia partecipazione di realtà economiche di qualità comprovata in diversi settori attraverso certificazioni.

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