Pistoia, Sede Questura, Il caso approda in Regione con mozione bipartisan


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Presentata da Venturi, Bini, Benedetti e Gambetta Vianna

FIRENZE 08.03.2012 (c.b.) Il caso della nuova sede della Questura di Pistoia arriva in Consiglio regionale. Una mozione bipartisan, presentata dai consiglieri Gianfranco Venturi, Caterina Bini (Pd), Roberto Benedetti (Pdl) e Antonio Gambetta Vianna (Lega Nord) chiede “al Governo nazionale di confermare gli impegni presi con le Istituzioni locali fin dal 1999 e quindi di mantenere la propria volontà di trasferire, nel nuovo edificio, gli uffici della Prefettura, della Polizia Stradale e della Questura, vista anche la sua elevata funzionalità al miglior svolgimento dei compiti istituzionali di tali uffici”. Inoltre, se approvata, la mozione impegnerà la Giunta Regionale “ad esprimere questa ferma richiesta, già espressa da tutte le Istituzioni locali pistoiesi, in sede di Conferenza Stato Regioni ed in tutte le sedi istituzionali preposte”. Nel documento dei quattro consiglieri regionali viene ricostruita l’annosa vicenda, partendo dal fatto che “l’attuale sede della Questura già da molti anni è totalmente inadeguata all’attività da svolgervi, sia dal punto di vista degli spazi dedicati alle attività amministrative, sia per l’assenza di camere di sicurezza, oltre che, secondo quanto denunciato dai sindacati di polizia, per la mancata rispondenza di essa ai requisiti previsti dalla normativa vigente in materia di salubrità e sicurezza dei luoghi di lavoro”. Quindi, facendo riferimento al nuovo edificio in fase di costruzione nel quartiere di San Giorgio e il cui completamento è previsto per il prossimo settembre, si sottolinea che la nota del Prefetto dello scorso febbraio che annunciava lo stop ai finanziamenti per il proseguo dei lavori è di fatto un “venir meno” a “un chiaro impegno assunto dal Ministero”. Per Venturi, Bini, Benedetti e Gambetta Vianna, infine, “il riferimento all’art. 7 del verbale di intesa del 2009, il quale prevede che il Comune riesamini ‘le destinazioni del fabbricato al fine di consentirne l’utilizzazione per altre finalità’ in caso di rinuncia dell’amministrazione locataria si scontra con la realtà delle cose, visto che l’immobile è stato progettato e realizzato in base alle esigenze delle destinazioni previste e secondo le indicazioni del futuro locatario”. Tutto questo, rischia di “avere conseguenze economiche ed occupazioni non certo irrilevanti sul tessuto produttivo locale”.

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