Salute in carcere, Scaramelli (Pd): “Un diritto inviolabile. Il carcere non può essere un luogo di malattia”


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scaramelli_02Il presidente Stefano Scaramelli annuncia che la commissione Sanità del Consiglio regionale si recherà nelle carceri toscani.   

“Dalla parte degli ultimi degli ultimi. Approfondiremo la correlazione tra giovani carcerati e malattie, in prevalenza legate all’uso di stupefacenti, malattie psichiatriche e infettive”. A dirlo Stefano Scaramelli (Pd), presidente della commissione Sanità e politiche sociali, durante la seduta di oggi nella quale si è svolta l’audizione del Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, annunciando che la commissione consiliare entro l’estate andrà in visita nelle carceri toscane, che alla fine di marzo contavano 3.344 detenuti (3.219 uomini e 125 donne).

Le visite partiranno dal carcere di Lucca, che presenta la percentuale più alta di tossicodipendenti, dove sono stati evidenziati problemi nell’infermeria e da cui arriva il numero più alto di richieste e segnalazioni al Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale. A seguire le visite si terranno al carcere di Porto Azzurro per rendersi conto delle condizioni di vita e del diritto alla salute.

“E’ inviolabile per chiunque il diritto alla salute e a condizioni di vita dignitose” – dice Scaramelli (Pd) – “Il trattamento dei detenuti è strettamente correlato alla finalità rieducativa della pena e alla preparazione che ricevono verso la vita che dovranno condurre quando usciranno dalla prigione. Il trattamento dignitoso e rispettoso del senso di umanità, così come previsto dalla Costituzione, è necessario affinché abbiano maggiori opportunità di reinserimento nella società e minori possibilità di tornare a compiere reati. La detenzione deve essere tesa alla reintegrazione nella società e in questo processo il diritto alla salute e alle cure è un nodo fondamentale”.

“La relazione del Garante evidenzia come questo sia stato un anno di novità con una diminuzione della popolazione carceraria ma, a questo dato, non è corrisposto un miglioramento delle condizioni carcerarie, di salute, di dinamiche conflittuali e suicidi” – prosegue Scaramelli – “A fronte dell’aggravarsi delle criticità esistenti, come tossicodipendenza, disagi mentali e depressione, alta incidenza di malattie psichiche, dobbiamo vigilare e tenere sotto controllo le condizioni di vita e di salute dei carcerati”.

La Toscana a dicembre 2015 contava 3.260 detenuti mentre a dicembre 2011 ne contava 4.242. Una riduzione che ha inciso favorevolmente su alcuni penitenziari, primo fra tutti sul carcere di Sollicciano che dal 2013 al 2015 ha diminuito le presenze di circa 300 unità; sulle case circondariali di Lucca, Pisa, Massa e Porto Azzurro, parzialmente su Prato. I dati forniscono una nuova tendenza in lieve crescita della popolazione penitenziaria a partire dall’inizio del 2016 con in Toscana la popolazione straniera che ha un’incidenza maggiore rispetto ai dati nazionali del 12,48%, mentre più contenuta nella nostra regione la presenza di donne con il 3,6%, rispetto al 4% nazionale.

In merito alle posizioni giuridiche, dalla Relazione del Garante emerge che sul piano nazionale il 65% sono persone condannate in via definitiva rispetto alle persone imputate, di queste il 16,3% sono in attesa di primo giudizio mentre quelle condannate non in via definitiva rappresentano il 17,7%. La Toscana si differenzia con una quota del 72,2% di detenuti condannati in via definitiva; 12,2% persone in attesa di giudizio e 13,6% di condannati non definitivi.

 

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