Amianto, licenziate le linee guida per smaltimento domestico Bugetti: “Diamo gambe alla nuova legge regionale”


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Varato dalla Giunta il provvedimento che stabilisce criteri e priorità per il servizio di rimozione e smaltimento amianto da utenze domestiche e recepisce quanto stabilito dalla lr 55/2017 di cui la consigliera regionale Pd è stata promotrice

 

Era ciò che chiedeva la legge regionale in materia promossa da Ilaria Bugetti, consigliera regionale Pd e vicepresidente commissione Sviluppo economico: adesso sono state emanate dalla Giunta le linee guida per la rimozione e lo smaltimento d’amianto proveniente da utenze domestiche. Un pacchetto di regole che consente di fare chiarezza e di operare in modo omogeneo a livello regionale, fornendo ai Comuni e ai cittadini criteri adeguati, con l’obiettivo da un lato di evitare l’abbandono di amianto sul territorio e la conseguente esposizione al rischio, dall’altro di stabilire requisiti minimi da rispettare nelle operazioni di smaltimento, per garantire il massimo livello di sicurezza.

“La legge regionale aveva questo importante obiettivo: contenere e progressivamente eliminare l’esposizione all’amianto, indicando regole precise per rimozione e smaltimento, volte a garantire sicurezza, efficienza, risparmio. – spiega Bugetti – Nella normativa si faceva esplicito riferimento all’esigenza di linee guida dedicate a criteri e priorità per ridurre progressivamente la presenza di amianto nel territorio toscano. Ora si passa dalle parole ai fatti, e di questo non posso che ringraziare l’assessore Federica Fratoni e gli uffici. Finalmente infatti, con queste linee guida, si fissano paletti precisi per le utenze domestiche, fornendo indicazioni adeguate per la corretta gestione dei materiali contenenti amianto, attraverso l’individuazione di requisiti minimi da rispettare per procedere alle operazioni. Quando parliamo di amianto tocchiamo due sfere delicate, quella della salute pubblica e quella dell’ambiente, con la consapevolezza di essere di fronte a una questione ancora purtroppo non semplice da gestire. Permangono in Toscana molte piccole utenze domestiche perché spesso i cittadini non sanno come comportarsi. Ma adesso cittadini e Comuni hanno uno strumento efficace che stabilisce regole chiare a cui ci si dovrà attenere nel territorio regionale. Solo entro precisi requisiti infatti si potrà procedere alla rimozione e allo smaltimento di amianto, in caso di utenze domestiche, altrimenti sarà necessario rivolgersi a una ditta specializzata. Non solo: sull’opportunità di procedere incide anche la qualità del materiale contenente amianto, se integro o friabile e quindi, com’è noto, ancor più pericoloso. Saranno poi i soggetti gestori nei vari territori a fornire un kit adatto a realizzare le operazioni, con i dispositivi di protezione necessari e il confezionamento idoneo per imballare il materiale rimosso. Sono piccole grandi accortezze che consentono di fare passi in avanti sulla tutela dell’amianto, con un maggior controllo sulla sicurezza delle procedure di smaltimento e una migliore gestione dei costi”.

Secondo le linee guida i cittadini possono procedere alla rimozione diretta di materiale contenente amianto in utenze domestiche solo se si tratta di manufatti in matrice cementizia o resinoide – no a materiale friabile, quindi, né tantomeno a vinilamianto, quello presente nel c.d. linoleum. Possono essere svolti interventi di rimozione entro ben delimitati limiti massimi: 30 metri quadrati di superficie complessiva se si tratta di un fabbricato, capacità massima di 500 litri se si tratta di serbatoi d’acqua, 300 chilogrammi al massimo in caso di canne fumarie tubazioni o altri materiali massimo, 30 metri quadrati al massimo in pavimenti in piastrelle viniliche, sempre che non sia presente amianto nella colla. Utenti privati potranno inoltre conferire materiale non più di tre volte all’anno.

I manufatti da rimuovere devono essere facilmente raggiungibili attraverso idonee attrezzature, scale o simili; possono essere effettuati interventi su coperture in cui vi siano lastre, cassoni e colonne solo se installate a un’altezza non superiore a tre metri. Prima di procedere alla rimozione del manufatto in amianto è indispensabile inserire, in proprio o tramite gestore, i dati del manufatto in questione nel sistema Sispc (sistema informativo sanitario della prevenzione collettiva), che provvede a informare il Comune competente con tutti i dettagli per eventuali riscontri o controlli.  Sarà poi il soggetto gestore del servizio pubblico di raccolta dei rifiuti urbani a fornire al cittadino il kit con i dispositivi di protezione individuale necessari per le operazioni, un imballaggio idoneo al materiale e le relative istruzioni per l’uso. Il materiale rimosso, nella sua confezione ad hoc, potrà essere consegnato al gestore o al soggetto da quest’ultimo incaricato al ritiro per il trasporto all’impianto di smaltimento.

 

 

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