Beni culturali, mozione di Bugliani: “Valorizzare figure dei restauratori”


Share

Il consigliere regionale Pd si attiva a favore di questa categoria di lavoratori, chiedendo impegni precisi per rafforzare la loro presenza nella pubblica amministrazione e approdare finalmente alla realizzazione di un albo professionale

 

Un impegno in sede di Conferenza delle regioni per la valorizzazione della figura del restauratore di beni culturali, anche nell’ambito della pubblica amministrazione, valutando possibili soluzioni per rafforzare la loro presenza all’interno di enti ed istituzioni. In particolare, lavorare per la realizzazione dell’albo professionale e una riformulazione delle categorie delle stazioni appaltanti, nella prospettiva di ampliare il raggio d’azione di chi svolge questa mansione. È ciò che chiede alla Giunta regionale Giacomo Bugliani, consigliere regionale Pd, con la mozione “In merito alla valorizzazione della figura  del restauratore di beni culturali”.

 

“Il patrimonio storico, artistico e paesaggistico della Regione Toscana rappresenta una risorsa inestimabile che, anche attraverso il nostro Statuto, ci premuriamo di tutelare e valorizzare con risorse e investimenti. – spiega Bugliani – Garantirne la sicurezza e la conservazione è un impegno che riguarda tutti. Non possiamo quindi sottovalutare l’importanza del lavoro portato avanti dai restauratori, che operano in questo settore troppo spesso in condizioni precarie, senza garanzie e sicurezze. La categoria dei restauratori vede per la prima volta la luce nel lontano 2000, quando si individuano, per mezzo di un decreto i requisiti dei soggetti da riconoscere come tali. Il Codice dei beni culturali ha previsto poi una disciplina regolamentare delle competenze professionali, delineando ‘ i profili di competenza dei restauratori e degli altri operatori che svolgono attività complementari al restauro o altre attività di conservazione dei beni culturali mobili e delle superfici decorate  di beni architettonici’ e una disciplina regolamentare della formazione delle figure professionali che intervengono a vario titolo  nelle attività conservative. Con il decreto dell’agosto 2017 ‘Regolamento concernente gli appalti pubblici di lavori riguardanti i beni culturali tutelati ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42’ vengono successivamente delineati criteri precisi per le stazioni appaltanti, imponendo determinati requisiti per i soggetti coinvolti. Dopo aver ascoltato le istanze della categoria ho ritenuto doveroso portare la loro situazione sui banchi del Consiglio regionale, chiedendo alla Giunta di discutere in Conferenza delle regioni questioni inerenti la valorizzazione di questa figura professionale. Sarebbe importante riuscire a individuare soluzioni che permettano ai restauratori di svolgere più facilmente il loro ruolo all’interno di enti o istituzioni, ma anche impegnarsi per creare il tanto atteso albo professionale e rivedere, inoltre, le categorie previste per le stazioni appaltanti nella prospettiva di ampliare il loro raggio d’azione. Chi tiene all’arte e alla cultura non può non avere a cuore la qualità del lavoro svolto da chi tutti i giorni fa in modo di preservare, valorizzare e promuovere arte e cultura”.

 

Share