Caccia, Bugli: «PDL e Lega abbandonano i cacciatori»


Share

«Oggi sono accadute novità significative nel rapporto tra la politica regionale ed il mondo venatorio. Il Pdl si è diviso e in gran parte ha votato contro la legge sulla cattura di uccelli da richiamo. Per la prima volta, poi, ha utilizzato il parere dell’ISPRA – organismo da loro sempre avversato – per motivare il voto contrario. Nel contempo, la Lega Nord ha deciso di non partecipare al voto, lasciando in aula il solo capogruppo. Non ci sono dubbi: una dichiarazione di lontananza dai cacciatori». Lo ha detto Vittorio Bugli, commentando l’approvazione della disciplina dell’attività di cattura di uccelli da richiamo avvenuta oggi in Aula. «Con questa legge – ha spiegato Bugli – abbiamo dato il via ad una normale attività finalizzata alla caccia, come accade nelle altre Regioni. Abbiamo previsto la cattura degli uccelli da richiamo in periodo di caccia, con una chiara regolamentazione che intende anche prevenire e contrastare fenomeni di mercato nero» «Per quanto riguarda invece la questione dello storno – ha aggiunto Bugli – abbiamo considerato una decisione inevitabile e di buon senso il ritiro della proposta di legge, perché il parere dell’ufficio legislativo evidenziava nettamente il rischio di esposizione a un danno economico per la Regione, essendo già in corso una procedura di infrazione da parte dell’Unione europea: un danno che si sarebbe riversato completamente sui capitoli di spesa relativi alla caccia e all’agricoltura. Sicuramente su questa vicenda pesano l’atteggiamento ed il ritardo del governo nazionale, che non ha ancora emanato le linee guida previste dalla legge e non si è adoperato nei confronti della Ue, come sarebbe utile e come molti auspicano, per portare il nostro paese sullo stesso piano di altri 9 nazioni europee, riammettendo, quindi, lo storno tra le specie cacciabili. Mi sembrerebbe – ha concluso Bugli – una cosa corretta, visto che ormai si parla di una specie molto presente e che, per di più, provoca sovente danni ai terreni agricoli e nelle città».

Share