Carceri, Monni, Nardini, Vadi e Gazzetti (Pd) visitano la sezione femminile di Sollicciano: “I segnali di impegno concreto ci sono ma c’è ancora da fare. Torneremo”


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“Il reinserimento  nella società è una priorità sulla quale lavoreremo”

 E’ dedicata alla donne detenute la prima visita in carcere delle consigliere del Pd di questa legislatura. “La realtà penitenziaria  fa parte delle città. Ci  vivono e lavorano  tante donne e uomini e abbiamo il dovere di seguire con attenzione ciò che accade al suo interno. Con particolare attenzione alla condizione femminile.  Quella di oggi è solo una prima visita. Ne seguiranno altre in cui approfondiremo  via via i vari temi.  Cominciando anche dal lavoro fuori dal carcere, oltre che dal monitoraggio delle condizioni igienico sanitarie e strutturali. Già primi passi concreti sono stati fatti: sono cominciati i lavori di ristrutturazione di quella che era la ex casa di cura e custodia, effettuata anche la derattizzazione  e buone notizie anche per la doccia e l’acqua calda finalmente in arrivo nelle celle. E le persone con forti disagi psichici avranno una sezione ad hoc in cui saranno seguite con maggiore cura ed attenzione”  Lo  raccontano le consigliere del Pd Monia Monni, Alessandra Nardini , Valentina Vadi  e il consigliere Francesco Gazzetti appena usciti dalla sezione femminile del penitenziario di Sollicciano dove hanno incontrato anche la direttrice del carcere Marta Costantino. La visita rientra nel progetto “Il Posto delle Donne”, promossa dal gruppo consigliare del Pd in occasione del 70° anniversario del voto alle donne.  Le detenute sono circa 75. Il 70 per cento sono straniere, vengono dalla Bulgaria, Romania, Ucraina, Marocco  e hanno alle spalle situazioni di forte disagio sociale, tanti i casi di disperazione e solitudine. In due vivono qui con il loro bambino.  “Siamo rimaste soddisfatte dell’operatività  e delle concretezza della dottoressa Costantino – hanno aggiunto Monni, Nardini, Vadi e Gazzetti- , proprio anche rispetto ai singoli casi. Abbiamo capito che le persone non sono un numero, ma ognuna di esse è una storia precisa e questo ci ha fatto molto piacere perché è quello che vogliamo. Lavoreremo in contatto con l’assessore Saccardi, con cui la direttrice sta già operando proficuamente affinché le condizioni possano migliorare sempre di più e le cose vengano fatte concretamente e non rimangano solo protocolli sulla carta”. La parte femminile del carcere si disloca in 5 sezioni. All’interno ci sono due aule studio, un cinema chiuso per lavori di ristrutturazione , una palestra, una sala yoga, un laboratorio di sartoria. Dopo la chiusura degli OPG, sono  molti i casi di persone con disagi psichiatrici gravi che convivono insieme alle altre detenute. Per loro sarà ristrutturata (i lavori sono già in corso) la vecchia sezione Casa di cura e custodia. E questo contribuirà a migliorare la situazioni nelle sezioni e  a garantire migliori e più adeguate cure per chi soffre particolarmente. “Nonostante le cose stiano senz’altro migliorando – hanno conclusa le consigliere-. C’è da fare ancora tanto per rendere quei locali luoghi idonei  e accoglienti per la rieducazione.  Serve manutenzione infrastrutturale,  migliorare l’aspetto sanitario  e fare investimenti su percorsi lavorativi dentro e fuori dalla struttura.  E’ necessario un’arma di riscatto sociale, per chi vive qui e per chi uscirà. La pena deve essere rieducativa e l’inserimento nella società è una priorità a cui non vogliamo rinunciare”.

 

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