Casa , ok alla legge che ridefinisce le modalità di assegnazione degli alloggi Erp. Scaramelli: “A guidarci è stato il criterio del bisogno delle persone”


Share

Il presidente della commissione sanità: “Una scelta politica figlia della cultura riformista e progressista della Toscana. Coniughiamo diritti e doveri”

“Una scelta politica, figlia della cultura riformista e progressista della Toscana, capace di mettere insieme giustizia sociale, legalità e valori democratici. Una  legge che è in grado di coniugare diritti e doveri”. Così il presidente della commissione Sanità Stefano Scaramelli illustrando in aula la nuova legge in materia di edilizia residenziale. “L’unico criterio che abbiamo seguito– ha spiegato Scaramelli – è quello del bisogno. E’ lo stato di bisogno delle persone e non altro  che ci ha guidato fino a qui. Il bisogno di abitare non è né di destra né di sinistra. La questione è capire chi aiuta la nuova legge sull’Erp”.

 

Scaramelli ha spiegato in aula “che durante questi 15 mesi di lavoro abbiamo avuto modo e tempo per approfondire e capire chi aiuta questa nuova legge sull’Erp. Aiuta chi lavora da anni nel nostro territorio, le giovani coppie, chi ha un reddito basso, i precari, i coniugi separati che si trovano a non disporre di una abitazione e che al contempo devono anche pagare alimenti al coniuge, chi non riesce a pagare affitti sempre crescenti nel mercato libero e chi, non avendo figli, pur avendo altri requisiti, non ce l’avrebbe mai fatta a vedersi assegnare un alloggio. Aiuta – ha continuato il presidente – chi ha disabilità fisiche e mentali, quanti sono stati impoveriti dalla crisi e faticano a trovare una casa. Tutela chi ha già beneficiato di un diritto che consente la crescita sociale e l’emancipazione offrendo al tempo stesso nuove opportunità a chi da anni è ancora in attesa”. Nelle legge, si ritrovano diritti, doveri e nuovi diritti come ha spiegato Scaramelli parlando di “nuovi poveri cui dobbiamo dare risposte”, di “meccanismo che premia in maniera importante il lavoro”, di punteggi in favore di coloro che fanno domanda da molto tempo, ma non riescono mai ad arrivare all’assegnazione di un alloggio” fino alla misura rivolta ai sindaci per agevolarli nella gestione di situazioni emergenziali.

 

Le tutele elencate da Scaramelli in aula sono state molte, a cominciare dall’innalzamento del livello di soglia che permette di rimanere all’interno del circuito Erp. “Abbiamo pensato a chi oggi è titolare di diritti, consentendo un canone più basso, da 56 a 50 euro, mantenendo un’invarianza dei canoni che consente una tariffazione costante nel tempo. Siamo intervenuti sullo stato della governance e quindi delle aziende che governano il sistema e mantenuto gli 11 Lode (Livelli ottimali di esercizio) a livello locale”  Parlando di doveri, il presidente ha citato “elementi nuovi, importanti, articolati con una soluzione mediata fra le varie forze politiche”. Come i corsi di educazione civica per chi vive all’interno di una casa popolare. “Rimandiamo ai soggetti gestori e ai Comuni questa attività formativa che pure non è vincolante in sede di partecipazione al bando” ha spiegato.  Un altro tema sui doveri è che “chi ha commesso reati penali perde il diritto all’assegnazione e non potrà fare domanda” aggiungendo anche il caso del “subingresso che vedeva, mediante aggiramenti normativi, badanti temporanee diventare assegnatarie senza averne i diritti”.

 

Altra novità importante, condivisa soprattutto con le organizzazioni sindacali e rappresentanti degli inquilini, riguarda problematiche sollevate in particolare dai Comuni perché il contrasto disagio abitativo “possa diventare prevalente o quantomeno aumentato”. “C’è una domanda forte di residenzialità a cui dobbiamo rispondere e in questo caso il rapporto fra canone e reddito può essere elevato fino al 50 per cento” ha detto ancora Scaramelli. “Abbiamo nuovi poveri” ha continuato parlando di precari. Sostegno anche alle giovani coppie che  “non dovranno più dimostrare la convivenza di due anni per poter partecipare ai bandi”. Parlando del requisito del possesso di immobili all’estero, Scaramelli ha spiegato che “con questa legge sarà determinante la dichiarazione Isee per fare le domande per gli alloggi: dentro l”Isee c”è anche la valutazione dei potenziali redditi all”estero, mentre oggi si impediva a persone di poter accedere,escludendole da un diritto che la Comunità Europea non consentiva di toccare”. No anche alla richiesta di aumentare a 10 anni il minimo di residenza per l’assegnazione degli alloggi. “No a chi fa demagogia su una norma che non si può approvare – ha concluso Scaramelli -. È cinque anni il requisito minimo che la Comunità Europea consente per accedere a questi diritti. Noi crediamo nell’Europa e crediamo che le norme vadano rispettate”.

 

Share