Consorzi di Bonifica, Venturi (Pd): “In Toscana una buona riforma votata anche dal Pdl. Chi dice che le elezioni sono uno spreco finge di non sapere che è un obbligo imposto dalla legge nazionale”


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Il presidente della commissione ambiente del Consiglio regionale interviene nella polemica sui consorzi di bonifica.

COMUNICATO STAMPA

FIRENZE 03.09.2013 (c.b.) «La riforma dei consorzi di bonifica è stata votata anche dal Pdl (34 voti favorevoli, 6 astenuti, nessun contrario) e il suo capogruppo, Albero Magnolfi, commentò: “Questa è una delle poche riforme portate a termine, finora”. Lo ricordo alla portavoce dell’opposizione, Stefania Fuscagni, della quale apprezzo puntualità e competenza, ma che ora non sfugge al rischio di facile demagogia, dimenticando di considerare elementi dai quali non si può derogare. Sa benissimo Fuscagni (e per la verità lo dovrebbe sapere bene anche il sindaco Fanfani, oltretutto uomo di legge ed ex parlamentare), che le elezioni sono un obbligo imprescindibile e che esse hanno ovviamente un costo. Ma chi ne chiede la sospensione o le considera uno spreco di denaro pubblico, fa finta di non saperlo negando con ciò lo sforzo serio che l’amministrazione regionale ha fatto proprio per ridurre  al minimo quegli stessi costi».

Lo dice Gianfranco Venturi, consigliere regionale del Pd e presidente della commissione ambiente e territorio del Consiglio regionale, intervenendo nel dibattito sui consorzi di bonifica.

«Nel caso della Toscana – spiega Venturi – parliamo di una buona legge, una riforma organica che doveva innanzitutto prendere atto della normativa nazionale che conferma i Consorzi di bonifica. Una riforma che ha operato nel senso della semplificazione, ma soprattutto della razionalizzazione della presenza dei Consorzi sul territorio,  in un quadro tutt’altro che omogeneo, con l’obiettivo di rendere più efficace la loro azione di manutenzione dei corsi d’acqua e difesa del suolo riducendo al minimo le spese amministrative di gestione. Sono stati portati da 41 a 6 i comprensori di bonifica e da 26 a 6 i soggetti gestori. Con il duplice obiettivo – prosegue Venturi – di risparmiare e di essere più efficaci disegnando un sistema dove sono finalmente chiari compiti e responsabilità di tutti i soggetti (Consorzi, Province, Comuni, Regioni), dove è più omogenea, nella gestione, la manutenzione dei corsi d’acqua, dove quindi è anche più facile svolgere da parte delle istituzioni e dei cittadini-contribuenti il ruolo fondamentale del controllo. Uno scenario nuovo dal quale potranno trarre indubbi benefici soprattutto i territori più “difficili” come quelli montani rispetto ai quali, lo voglio dire al presidente dell’Uncem Oreste Giurlani, non ci saranno penalizzazioni. Come tutte le riforme – insiste Venturi – anche questa probabilmente è migliorabile: non a caso abbiamo attivato un gruppo di lavoro tra le commissioni agricoltura e ambiente per svolgere un’indagine conoscitiva, anche dal punto di vista dei costi.  A novembre è in calendario un passaggio importante e inevitabile di questo processo (lo impone la legge nazionale): l’elezione delle assemblee consortili. Chi ne chiede la sospensione o le considera uno spreco di denaro pubblico, fa finta di non saperlo negando con ciò lo sforzo serio che l’amministrazione regionale ha fatto proprio per ridurre  al minimo quegli stessi costi. E ricordo infine – conclude Venturi – che proprio grazie alla natura dei Consorzi, che sono soggetti privati, le risorse raccolte attraverso i ruoli possono essere destinate immediatamente alle opere sui corsi d’acqua: se dovessero intervenire gli enti pubblici si andrebbe ancora una volta ad incorrere nei ben noti vincoli del patto di stabilità».

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