De Robertis: “Aggiornare la legislazione nazionale in materia di costruzioni in zona sismica”


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Rivedere la legislazione nazionale in materia di costruzioni in zona sismica, per recepire le innovazioni tecnologiche del settore, confermando i massimi livelli di sicurezza per la popolazione. Lo chiede una mozione approvata stamattina dal consiglio regionale su iniziativa della vicepresidente del Consiglio regionale, Lucia De Robertis. La mozione impegna la Giunta regionale a portare urgentemente in Conferenza Stato Regioni la richiesta di revisione del testo unico dell’edilizia  – il DPR 380 del 2001  – nelle parti relative alle costruzioni in zona sismica.

“L’iniziativa – spiega De Robertis – nasce dalla constatazione che l’attuale normativa non recepisce le innovazioni introdotte a livello di nuove tecniche di costruzione, individuate con decreto ministeriale del 2008 e oggetto di una ulteriore nuova revisione in corso. Le disposizioni del DPR, ci dicono i tecnici, sono ancora quelle del 1974. Da qui l’esigenza di un aggiornamento, che, recependo i passi avanti fatti a livello tecnico, coniughi maggiore sicurezza con una riduzione del carico burocratico su progettisti e imprese”.

Oggi la legge impone che nelle zone a elevato e medio rischio sismico ogni intervento debba essere soggetto ad autorizzazione preventiva. Le regioni che hanno provato autonomamente a legiferare i deroga a questo obbligo, si sono viste bocciate dalla Corte Costituzionale, che a più riprese ha sancito la competenza dello Stato, a tutela della incolumità dei cittadini.

“La priorità della sicurezza delle persone non si discute – spiega De Robertis-, soprattutto alla luce della tragedia che dal 24 agosto scorso ha colpito il centro Italia. Occorre però che le leggi siano in sintonia con l’evoluzione tecnica, come ripetutamente chiesto dalle stesse regioni, e come da tempo segnalano gli ordini professionali interessati, per i quali oggi permangono vincoli burocratici su interventi che, proprio alla luce delle innovazioni intervenute nel ramo delle costruzioni, non presentano alcun rischio di pregiudizio per la popolazione.”

La tematica è di particolare interesse per la provincia di Arezzo, dove diversi sono i comuni, specie della Valtiberina, inseriti nelle aree a maggior rischio sismico della Toscana.

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