Florovivaismo, Baldi e Niccolai (Pd), tre punti per la tutela della qualità.


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I due consiglieri regionali pistoiesi hanno presentato una mozione che prevede una serie di impegni importanti per la giunta toscana per continuare a sostenere con forza il settore

baldi-niccolaiSono passati tre anni dall’approvazione della legge sul florovivaismo (l.r. n. 41 del 2012)  in Toscana e i consiglieri regionali del Pd eletti in provincia di Pistoia, Massimo Baldi e Marco Niccolai, hanno deciso di farle il tagliando in Aula. Per questo hanno presentato una mozione sulle prospettive del settore, prevedendo alcuni impegni di lavoro da affidare alla giunta regionale. In particolare, Niccolai e Baldi, pongono il problema di dare attuazione all’articolo 13 della legge, che prevede “la trasmissione annuale al Consiglio regionale da parte della Giunta di una relazione per informarlo circa: le azioni messe in atto dai Comuni e volte alla qualificazione funzionale ed ambientale delle aree destinate alle attività vivaistiche; le semplificazioni delle attività amministrative relative all’esercizio della attività vivaistiche; le misure integrative per incentivare il rimodernamento degli spazi verdi delle città”. Insomma, un monitoraggio sugli effetti della normativa che sarebbe utile per capire cosa ha funzionato e cosa c’è invece da migliorare.

«L’inoltro della relazione all’attenzione del Consiglio – spiegano i consiglieri Pd – ha uno scopo principale: quello di verificare la coerenza degli strumenti urbanistici di tutti gli enti locali con le finalità della legge. Se un comune adottasse regolamenti che, direttamente o indirettamente, inibissero l’espansione dell’imprenditoria florovivaistica la relazione lo evidenzierebbe e questo ci permetterebbe di intervenire per ripristinare la congruità. Tutti gli enti locali della Toscana, dopo l’approvazione della legge, devono lavorare perché il vivaismo si espanda.  Nessuna misura può direttamente o indirettamente ostacolarne l’espansione».

Se la mozione di Baldi e Niccolai sarà approvata, inoltre, la giunta toscana sarà impegnata a: “incrementare, nei limiti delle disponibilità di bilancio, le azioni poste in essere al fine di tutelare e valorizzare la produzione toscana di qualità espressa dal settore del florovivaismo, nell’ ottica  di dare la più possibile completa attuazione a quanto disposto dalla legge regionale 41/2012;  continuare l’azione, già in essere, verso il ministero delle Politiche Agricole e Forestali affinché esso, in sede comunitaria, faccia valere con forza la qualità, anche sotto i profili fitosanitari, delle produzioni vivaistiche toscane, come più volte certificato dagli organismi a ciò preposti;  intervenire al fine di mantenere, anche a fronte del processo di riduzione del personale, la dotazione organica e gli alti livelli del Servizio fitosanitario regionale in modo da garantire i controlli funzionali alla qualità della produzione toscana”. Secondo i due consiglieri regionali, infatti, il Servizio fitosanitario “costituisce la massima garanzia di “fitosanità” per tutto il commercio, con particolare riferimento alla qualità del nostro all’export e come forma di prevenzione dall’introduzione e dalla diffusione di nuove malattie, causa di costi sia economici che ambientali per l’intero settore florovivaistico,  ad oggi esente da gravi problematiche fitosanitarie proprio in virtù dell’impegno profuso dall’intero apparato del Servizio”. Queste tre linee di impegno sono decisive per la tutela della qualità delle produzioni pistoiesi nei mercati internazionali.

«Stiamo parlando di uno dei settori trainanti dell’agricoltura regionale – aggiungono Baldi e Niccolai – Questo sia in termini di produzione ed export, sia dal punto di vista occupazionale, con gli oltre 10mila addetti tra diretti ed indotto. Insomma, il più grande distretto vivaistico europeo, che negli ultimi anni ha valicato i confini della provincia di Pistoia, ponendosi come un modello di sviluppo e di ricchezza anche in altre parti della Toscana. La legge regionale – concludono Niccolai e Baldi – è stato un fatto positivo ed originale, il settore rimane al centro anche delle politiche del nuovo Piano di sviluppo regionale (PSR), ma occorre fare il punto su una serie di questioni importanti per il futuro del settore».

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