“Il Posto delle Donne”, stamani prima iniziativa con la presentazione di Anahí del mare, la storia di Anna Milazzo e della dittatura in Uruguay


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Monni, Gazzetti, Spinelli e Vadi (PD) : “Sui diritti c’è ancora tanto da fare. In queste pagine temi attuali sui cui nostro dovere impegnarci”

 E’ la storia di Anna Milazzo il primo appuntamento de “il Posto delle Donne”, la campagna promossa dalle consigliere del gruppo del Pd in occasione del settantesimo anniversario del suffragio femminile. La vicenda umana  e  politica di Anna Milazzo è anche la storia di un popolo e delle donne sudamericane che denunciarono al mondo il volto oscuro e feroce delle dittature che insanguinarono l’America Latina e in particolare l’Uruguay.  Anna Milazzo è nata in Italia. Emigrata  a due anni in Uruguay ha vissuto  a Montevideo fino al 1972 quando fu sequestrata  e torturata dalle Forze armate. Anna non ricorda quasi niente della sua prigionia. Solo grida atroci e dirompenti. La sua memoria ricomincia dalla sua liberazione, in un campo durante un forte temporale. Firenze è la città in cui è venuta in esilio.

Il libro di Anna Milazzo,  curato da Beatrice Gnassi, è stato presentato stamani  a Palazzo  Panciatichi dal presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani insieme alla vice capogruppo del Pd Monia Monni, al consigliere Francesco Gazzetti, all’autrice, al giornalista Fabian Cardozo e da Amnesty International.

E’ una delle prime iniziative che facciamo all’interno de ‘Il Posto delle donne’ – ha detto Monia Monni – e lo facciamo partendo da una storia vera, da una testimonianza raccontata da una voce libera, quella di Anna, una donne speciale. Dentro a queste pagine c’è la sua vita, ma c’è soprattutto il racconto  di  un intero popolo attraverso gli occhi delle protagoniste femminili. E in queste pagine Anna tocca tanti temi attuali più che mai: i diritti, l’immigrazione, la violenza sulle donne, e soprattutto la tortura,  tema che attraversa l’intero libro. Nel nostro Paese il divario da colmare riguardo i diritti delle donne è ancora enorme. Per questo abbiamo deciso di partire con questa campagna”.

E proprio riguardo la tortura la vice capogruppo Monni insieme al presidente Giani ha sottolineato il vuoto normativo che ancora inspiegabilmente esiste: “Il nostro impegno – hanno detto Monni e Giani– deve essere concreto  e rappresentare anche un incentivo per i nostri parlamentari affinché venga riconosciuto il reato e l’istigazione alla tortura”.

Alla presentazione erano presenti anche le consigliere Serena Spinelli e Valentina Vadi: “I diritti – hanno detto Spinelli e Vadi–  non si conquistano una volta sola. E il nostro impegno  e l’impegno di tutti deve essere quello di lavorare ogni giorno per la loro conquista senza darli mai per scontati. Non è un caso che la storia di Anna Milazzo sia oggi più che mai attuale. La memoria e il racconto, come quello di Anna, acquista infatti tutta la sua forza quando diventa  prassi quotidiana nel presente”.

Nel citare le storie che si intrecciano nel libro di Milazzo, storie di donne e di un paese, l’Uruguay, attraversato dalla violenza, Giani ha sottolineato  come in America Latina ci sia “un’altra Italia, con circa 50 milioni di connazionali nel contesto di tre generazioni”. E accanto alla “forza e alla tenacia di Anahì” il presidente, sollecitato dalla stessa consigliera Monni, ha lanciato il tema della prossima Festa della Toscana: una “campagna per l’inserimento del reato di tortura nel nostro codice penale”. “Le lacune del nostro ordinamento – ha detto – sono ormai evidenti. “In fatto di partecipazione alla vita politica, le percentuali sono ancora molto basse e molto ancora occorre fare”. “Nel libro di Anna – ha concluso Francesco Gazzetti– emerge un elemento di conservazione e di difesa della storia che impegna ognuno di noi a non voltare lo sguardo. Colpiscono la delicatezza di pagine durissime, dalle quali il ruolo e la forza delle donne emergono chiaramente”.

 

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