“Il Posto delle Donne”, via alla campagna del Pd Regione.


Share

Le consigliere: “Scardinare gli stereotipi e aprire un’ampia riflessione con le giovani generazioni toscane”

Presentato stamani anche il Sondaggio di Ipsos su “La condizione femminile in Toscana (clicca qui).  

La campagna prosegue con incontri, questionari sui territori, testimonial e proposte istituzionali

 

postodelledonneFIRENZE 07.03.2016 – Una campagna e un progetto per scardinare i luoghi comuni che condizionano la vita delle donne e aprire un’ampia riflessione con la società toscana, partendo dalle giovani generazioni. Si chiama il “Posto delle Donne” e ha deciso di organizzarla il gruppo Pd in Consiglio regionale in occasione dell’8 marzo  e del 70° anniversario del voto delle donne in Italia. Tanti gli strumenti e le iniziative messe in campo dal gruppo consigliare. A partire dal sondaggio di Ipsos presentato stamani a Palazzo Panciatichi e commissionato dalla vice capogruppo Monia Monni insieme alle colleghe Ilaria Bugetti, Fiammetta Capirossi, Lucia De Robertis, Ilaria Giovannetti, Elisabetta Meucci, Alessandra Nardini, Serena Spinelli e Valentina Vadi.

“Quello che ci interessa – ha spiegato la vice capogruppo Monni – è affrontare il tema in modo costruttivo evitando i soliti luoghi comuni e concentrandoci invece su temi importanti come la sicurezza, i diritti, la sanità, l’educazione, aprendo una riflessione vera sulle donne  e il loro futuro. L’impegno deve essere quello di spianare sempre di più la strada affinché noi donne possiamo realizzare le nostre aspirazioni senza che questo abbia il sapore di una conquista impossibile. Non sono sufficienti gli importanti sforzi legislativi degli ultimi anni, serve un cambio di paradigma soprattutto culturale che ponga in evidenza valori, prassi e principi che non possono essere messi in discussione”. 

Luca Comodo, direttore del dipartimento politico-sociale di Ipsos, ha illustrato i risultati del sondaggio. Il 50% degli intervistati pensa che se la parità fra uomini e donne non è pienamente raggiunta la Toscana è a buon punto, il 28% dice che c’è ancora tanto da fare, il 16%ritiene invece che la parità sia pienamente raggiunta e solo un 4% pensa che non esista. A essere più ottimisti sono gli uomini (il 56% pensa che la Toscana sia  a buon punto, mentre le donne che lo pensano sono il 44%). Il 37% delle donne pensa che ci sia molto da fare per raggiungere la parità , mentre sono il 18% gli uomini che lo pensano. Oltre al sondaggio, la campagna delle donne Pd si articolerà nelle prossime settimane con un questionario con una griglia di domande da sottoporre ai cittadini toscani sui territori per capire come essi si rapportino con la condizione femminile. Ci saranno incontri e iniziative pubbliche in tutta la regione, verranno coinvolti testimonial in grado di arricchire la discussione e ci sarà un report finale. E poi le proposte. Il progetto prevede infatti anche la predisposizione di atti consiliari che possano colmare lacune oppure rispondere a necessità emerse durante tutta la campagna, ponendo l’attenzione soprattutto su temi quali la sanità, l’educazione, la sicurezza, il rispetto dei diritti e l’organizzazione dei tempi nelle città.

“Il posto delle donne nella società deve essere quello che loro ritengono più congeniale. Il percorso che dobbiamo percorrere è ancora lungo: dobbiamo investire nell’educazione, ne i percorsi scolastici. Il nostro obiettivo non è solo quello di leggere la condizione della donna nella nostra regione,  ma soprattutto quello di portarvi un contributo concreto, d’intraprendere azioni specifiche e mirate”, ha detto Valentina Vadi.

“La Regione Toscana si è da sempre distinta per le misure adottate sul lavoro  sul campo della  parità di genere. Al di là dei settori professionali dove la donna è riuscita a raggiungere una certa parità ci sono ancora dei comparti dove le percentuali segnano un certo distacco, una notevole disparità nelle presenze. Occorre fare il massimo affinché questa iniquità si assottigli”, ha aggiunto Elisabetta Meucci

“Si cerca di individuare le colpe nelle politiche di genere, nella qualità dei servizi, ma la prima responsabilità dei numeri che leggiamo è quella del retaggio culturale. Fino a poco tempo fa le donne hanno avuto il posto che le veniva assegnato. Pensiamo al fatto che ci sono voluti quasi cento anni prima di rendere merito e onore alle suffragette inglesi: che con coraggio e determinazione lottarono e conquistarono il diritto al voto”, ha affermato Fiammetta Capirossi.

“In Toscana abbiamo una legge sulla rappresentanza di genere che ci fa onore, la 16 del 2009. Ma i numeri di oggi e la realtà che ci circonda spiegano che le difficoltà sono ancora tante. Dobbiamo impegnarci; in particolar modo noi del Pd che ci siamo sempre distinti per politiche di genere e d’integrazione. È nostro preciso dovere impegnarci e condannare tutte quelle pratiche volte alla discriminazione di genere”, ha detto Alessandra Nardini.

“Siamo noi che dobbiamo giustificare il nostro ruolo. Nessun uomo, nessuna tendenza culturale deve farlo per noi. Sul tema della gravidanza e poi della maternità ci sono tanti aspetti da cambiare: i tempi del lavoro dovrebbero essere quelli che ci permettono di esserci. Il Partito democratico deve occuparsi anche di queste difficoltà”, ha concluso Serena Spinelli.

Share