«L’agricoltura per recuperare i territori in stato di abbandono: oliveti, castagneti ed altri terreni»


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Il presidente della Commissione per la tutela e la valorizzazione delle aree interne, Marco Niccolai, commenta la risoluzione approvata dal Consiglio regionale: «Serve una mappatura delle aree in stato di abbandono e nuovi incentivi per il loro recupero»

Recuperare e valorizzare i territori in stato di abbandono attraverso il ritorno alle attività agricole, ed in particolare legate alla coltivazione olivicola e di alberi da frutto. E’ l’obiettivo che il Consiglio regionale da alla Giunta con la risoluzione approvata all’unanimità questa mattina: essa deve diventare una priorità per la prossima programmazione del Piano di Sviluppo Rurale che la Regione dovrà definire nel 2022 per il periodo 2023-2027: servono strumenti innovativi che aggrediscano il problema.

«Il contrasto all’abbandono e il sostegno ai progetti di recupero portati avanti dalle imprese agricole hanno bisogno di investimenti, che dovranno arrivare con il Psr, ma anche di una prima fase di mappatura con cui individuare i terreni in stato di abbandono per organizzare e promuovere il loro recupero proprio attraverso il rilancio delle attività agricole tipiche della nostra regione che riguardano ad esempio il patrimonio olivicolo», spiega il presidente della Commissione per la tutela e la valorizzazione delle aree interne Marco Niccolai (Pd).

«Nel lavoro della commissione di questi mesi ci siamo incrociati più volte rispetto al tema dell’abbandono del territorio che sta diventando molto rilevante in tutto il territorio regionale – aggiunge Niccolai – Il tema riguarda sicuramente le aree montane e quelle forestali ma anche le aree collinari e il sistema olivicolo. Questo fenomeno incide sulla nostra regione in vari modi: innanzitutto ne modifica il paesaggio, perché sappiamo quanto l’attività agricola dell’uomo abbia inciso nel modellarlo come lo vediamo oggi, poi ha conseguenze dal punto di vista del dissesto idrogeologico, del rischio incendi boschivi, nonché per l’aggravamento di fenomeni atmosferici straordinari che purtroppo stanno diventano ordinari».

«In Toscana ci sono già esperienze importanti come quelle della “Banca regionale della terra”, che consentì una mappatura dei terreni abbandonati, ma anche alcuni progetti pubblici e privati che sono riusciti a recuperare terreni e renderli all’agricoltura e all’attività umana – conclude il presidente Niccolai – Però il contrasto all’abbandono non può essere lasciato ad operazioni singole e non può neanche ricadere esclusivamente sulle spalle del pubblico. Il Piano di sviluppo regionale sarà il primo e più importante passaggio per dare una risposta a questi progetti e sostenerne il successivo sviluppo in maniera strutturale andando oltre la buona volontà di alcuni Comuni o di alcuni privati, come è avvenuto sul Montalbano con l’esperienza della Cooperativa Montalbano Olio&Vino che ha recuperato vari oliveti abbandonati. Il Piano di Sviluppo Rurale è il principale strumento per supportare progettualità che svolgano questa funzione di cura del territorio e di prevenzione.”

 

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