Minori in affido, approvata mozione in Consiglio regionale su proposta di Valentina Vadi: “Maggiori risorse dalla regione per l’affido in famiglia”


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vadiPredisporre una programmazione di tutti gli interventi possibili per combattere l’esclusione sociale, partendo proprio dalla possibilità di rafforzare, all’interno del Fondo indistinto per le Politiche Sociali, le risorse da destinarsi sia allo strumento dell’ affidamento familiare, con particolare riferimento al riconoscimento della centralità del ruolo svolto da parte dei Centri Affido; sia al sostegno economico delle famiglie affidatarie, provvedendo a regolamentare e rendere omogenei i contributi e le modalità di assegnazione nei vari comuni, in modo di evitare disparità di trattamento tra famiglie affidatarie. In prospettiva poi cercare di incrementare il rapporto numerico dei bambini in affidamento rispetto a quelli accolti in struttura residenziale, favorendo anche la costituzione e il rafforzamento di banche dati territoriali delle famiglie affidatarie. E’ questo l’impegno affidato alla giunta regionale con il voto su una mozione presentata dalla consigliera regionale del Partito Democratico Valentina Vadi, “In merito alle politiche di sostegno per i minori fuori dalla famiglia”, sottoscritta anche da altri consiglieri Pd.

 “Nel corso degli anni – ha spiegato Vadi – la Regione ha sviluppato un’intensa attività a sostegno delle politiche di intervento nel settore dell’affidamento di bambini e ragazzi, da ultimo anche all’interno del Programma regionale di sviluppo 2016-2020. Il progetto regionale n. 18 (Tutela dei diritto civili e sociali) ha infatti tra i propri obiettivi quello del “potenziamento del sistema degli interventi delle politiche sociali con investimenti per migliorare il servizio alla persona, per sostenere e promuovere la tutela dei diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e delle capacità genitoriali”. Il percorso di affidamento si articola in varie fasi e momenti a cui collaborano diversi soggetti e attori istituzionali, e all’interno di questo contesto organizzativo, un ruolo importante lo giocano i Centri per l’Affido, che risulta fondamentale proprio nell’ ottica di agevolare il ricorso all’affidamento familiare e di favorirne, contestualmente un utilizzo efficace per lo sviluppo e la crescita del minore. Il dato del 2014 ci dice che in Toscana si parla di migliaia di casi: 2137 bambini; di questi 1303 italiani e 834 stranieri, accolti sia in affidamento familiare che in strutture residenziali, la metà del totale accolti in famiglia.

L’affido – ha sottolineato la consigliera  – può costituire un servizio importante di supporto alle famiglie in difficoltà, e uno strumento di prevenzione in grado di limitare l’impatto sociale di un futuro abbandono di minori. Attualmente esistono diverse tipologie di affido, che impegnano le famiglie anche per durate differenti della giornata, mentre uno specifico programma, che all’interno del PRS si chiede venga esteso a tutti i centri, è ad esempio il Programma PIPPI, che prevede specifiche metodologie di lavoro con le famiglie maltrattanti e/o negligenti incentrate sul riconoscimento ed il potenziamento delle capacità genitoriali e la riduzione del rischio di allontanamento. Nell’ambito di una politica regionale che, sulla base di scelte chiare e coraggiose, si è mossa, nei mesi scorsi – con l’approvazione di specifiche misure di contrasto alla povertà e alla esclusione sociale – concretamente per contrastare la povertà e per sostenere le famiglie, sopratutto quelle più fragili, ritengo che rafforzare, all’interno della normativa esistente, in termini economici, l’istituto dell’affido, sia una delle strade e degli strumenti più efficaci per tutelare la crescita e la salute psico-fisica dei bambini e degli adolescenti. Il minore e la sua famiglia, come il suo benessere psicofisico, la sua protezione sociale  – ha concluso Vadi – devono essere al centro dell’interesse di chi amministra come sancito anche dal nostro statuto regionale”.

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