Nidi Gratis, “Ampliare la platea dei beneficiari”


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Approvata mozione proposta da Cristiano Benucci

 

“Valutare l’opportunità di ampliare la platea dei beneficiari della misura regionale “Nidi gratis” mediante l’innalzamento dell’attuale limite ISEE al fine di incrementare l’inclusività del provvedimento, massimizzare gli impatti positivi a lungo termine sul benessere dei bambini ed il sostegno all’occupazione femminile, oltreché di rispondere in modo sempre più efficace alle intervenute variazioni dei costi della vita”.

E’ questo l’impegno affidato alla giunta toscana da una mozione proposta dal gruppo Pd, primo firmatario Cristiano Benucci, approvata ieri in aula all’unanimità.

«Se con “Nidi Gratis” la Toscana si è posta all’avanguardia in Italia sui servizi all’infanzia – ha spiegato Benucci – la sfida di oggi è quella di implementare in modo ancora più incisivo l’applicazione di questa misura e per questo chiediamo alla giunta di valutare la possibilità di innalzare l’attuale soglia di accesso ISEE, fissata a 35mila euro, considerando appieno la diversità delle situazioni finanziarie delle famiglie e permettendo così anche a nuclei con redditi moderatamente più alti di beneficiare del sostegno ai costi dei servizi educativi per l’infanzia. Le risorse effettivamente utilizzate, su una disponibilità totale di 40 milioni – ha ricordato Benucci – sono state 31,4 milioni di euro. Le famiglie che hanno beneficiato della misura in Toscana sono state 13.431 ed il livello di accoglimento delle domande di contributo è stato pari al 58%. Inoltre, sulla base del questionario di gradimento somministrato ai soggetti interessati è emerso che l’80% dei beneficiari ritiene che la misura ha influenzato positivamente la scelta di iscrivere i propri figli a un servizio educativo e il 97% delle famiglie si è dichiarato soddisfatto della misura.

L’ampliamento della platea dei beneficiari, quindi, consentirebbe di investire ancor di più sui primi anni di vita dei bambini con effetti significativi sulla loro crescita e sul loro sviluppo, con ricadute positive a lungo termine sia sull’occupazione femminile, favorendo la conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare, sia sull’istruzione, la salute ed il benessere dei bambini stessi».

 

 

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