Pillola abortiva, Sostegni (Pd) chiede di tornare all’uso della Ru486 ad Empoli: «Non si arretri sui diritti e sull’impostazione toscana nello spirito della legge 194»


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«La legge 194 rappresenta ancora oggi per il nostro Paese una frontiera avanzata di civiltà e diritti, nella quale la pillola Ru486 ha pieno diritto di cittadinanza. Per questo occorre rimuovere al più presto eventuali ostacoli tecnici e logistici che hanno portato a sospendere l’utilizzo di questo farmaco a Empoli, che, ricordo, è stato il secondo ospedale in Toscana a farne uso».

A dirlo è il consigliere regionale Enrico Sostegni, intervenendo sulla mancata somministrazione della pillola abortiva negli ospedali di Empoli, Pisa, Lucca e Versilia, come riportato recentemente dalla stampa.

Il consigliere, che sul tema annuncia di voler presentare un’interrogazione, si rivolge in particolare ai vertici dell’Azienda sanitaria e dell’ospedale San Giuseppe di Empoli, affinché anche in questa struttura ci si allinei a quanto accade negli altri nosocomi toscani, dove il 30% degli aborti viene eseguito per via farmacologica. «Ad Empoli – spiega Sostegni – ci sono circa duecento aborti, ma per nessuno di questi casi è previsto l’utilizzo della Ru486. Se esistono delle difficoltà di carattere organizzativo è necessario che si lavori per risolverle immediatamente, coinvolgendo tutti i professionisti e le professionalità presenti nella struttura che possono consentire una pronta ripresa del servizio».

Il consigliere ricorda come la Toscana sia stata «la prima regione ad importare la pillola Ru486 ed a sperimentarne l’uso, aprendo di fatto la strada all’utilizzo in tutta Italia del farmaco come alternativa all’intervento chirurgico», per questo, aggiunge, l’impostazione e gli indirizzi che la nostra regione ha dato con questa scelta non devono far segnare un arretramento ma casomai un rafforzamento.

«Si parla di diritti e di un contesto, quello toscano, in cui lo spirito della legge 194 è pienamente interpretato – aggiunge – e in cui l’aborto non è e non può essere un metodo anticoncezionale ma un evento drammatico nella vita di una donna che una società evoluta come la nostra ha il dovere di rendere più sopportabile sotto tutti gli aspetti, a partire da quello fisico e psicologico. E la diffusione della Ru486 va proprio in questa direzione».

«Il numero delle interruzioni di gravidanza nella nostra regione è in diminuzione, e questo dimostra che occorre sempre più rafforzare il ruolo dei consultori ed agire soprattutto a livello culturale, diffondendo ad esempio tra i più giovani la conoscenza e l’educazione su questi temi e accelerando in Consiglio regionale il confronto sulla gratuità della contraccezione, oggi più urgente anche in conseguenza di una ripresa della diffusione delle malattie sessualmente trasmissibili», conclude Sostegni.

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