Piombino, Finanziamenti Area di crisi, Anselmi: “Ripristinare i finanziamenti destinati alle PMI nell’Accordo di Programma. La diversificazione produttiva non sia penalizzata rispetto alla grande impresa.”


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porto-piombinoFIRENZE 18.04.2016 – “Garantire per il biennio 2016-2017, anche mediante appositi stanziamenti da individuarsi nelle prossime variazioni di bilancio, il livello di risorse originariamente previsto nella delibera di Giunta regionale n. 983/2015 da destinarsi alla previsione di specifici interventi di sostegno alle imprese finalizzati ad incentivare investimenti nell’area di crisi complessa di Piombino in continuità ed in coerenza con le azioni attivate dagli atti” prodotti negli ultimi anni, a partire dall’Accordo di programma del 24 aprile 2014. Questo l’impegno perentorio che viene richiesto alla giunta toscana da una mozione presentata in Consiglio regionale da Gianni Anselmi, presidente della commissione sviluppo economico, e sottoscritta anche dal capogruppo del Pd Leonardo Marras e dal vicesegretario regionale e presidente della commissione Costa Antonio Mazzeo. «All’inizio di marzo – spiega Anselmi – la giunta regionale ha approvato una delibera sull’area di crisi di Piombino con la quale sposta consistenti risorse finanziarie (12,2 milioni di euro) originariamente destinate all’insediamento e alla qualificazione delle piccole e medie imprese per cofinanziare interventi infrastrutturali finalizzati a favorire un importante insediamento di una grande impresa nell’area portuale. Noi crediamo che per rafforzare il processo avviato a Piombino di riqualificazione e riconversione industriale occorra salvaguardare un pacchetto robusto di incentivi e di finanziamenti che aiutino l’insediamento di un numero plurale e diversificato di nuove imprese e, nello stesso tempo, supportino gli investimenti in innovazione e l’incremento occupazionale delle piccole e medie aziende esistenti. Ecco – conclude Anselmi – pensiamo che sia una cosa di buon senso ripristinare le previsioni iniziali, che rispondevano a logiche di conoscenza del territorio e a un’idea di sviluppo articolata e non limitata al paradigma della grande impresa.”

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