Rifiuti: Piano regionale di gestione illustrato in commissione


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venturiPer la prima volta il Piano unifica rifiuti urbani, speciali e bonifica arriva in Commissione Territorio e Ambiente.  “Oggi iniziamo un percorso che, come è successo per la variante al Pit, avrà tappe di confronto e approfondimento molto serrate. Dopo la discussione e l’adozione, si aprirà il periodo delle osservazioni e solo dopo il Consiglio regionale voterà l’approvazione definitiva. Lo ha detto il presidente della commissione Territorio e ambiente, Gianfranco Venturi (Pd), introducendo la seduta della commissione durante la quale l’assessore regionale all’Ambiente ed energia, Anna Rita Bramerini, ha illustrato il Piano regionale di gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati.

 
“Il principio ispiratore del Piano è il riciclo”, ha affermato l’assessore, “pertanto gli obiettivi principali sono quelli dello sviluppo della filiera e della riduzione al massimo dello smaltimento in discarica”. Il Piano, per la prima volta, unifica indirizzi e obiettivi per rifiuti urbani, speciali e bonifica. “A questa formulazione di Piano”, ha aggiunto l’assessore, “siamo giunti tenendo conto delle sollecitazioni raccolte nel percorso di ascolto delle categorie, degli operatori e degli enti locali”. Tra le altre indicazioni di rilievo del Piano, anche “l’idea di non realizzare più impianti di Trattamento meccanico biologico, ad esempio inceneritori o impianti di compostaggio, oltre a quelli già previsti dai piani provinciali o già concessionati”. Inoltre ha aggiunto anche che “gli impianti non operativi non ripartiranno”, mentre sarà possibile prevedere adeguamenti e ristrutturazioni, anche strategiche, per quelli in funzione. All’adozione del Piano dovrà affiancarsi anche la revisione della legge regionale di settore.

 
A regime, cioè al traguardo del 2020, la gestione virtuosa dei rifiuti dovrà raggiungere questi obiettivi: il 70 per cento di rifiuti differenziati da avviare al riciclo, il 20 di rifiuti impiegati per il recupero energetico (incenerimento), il 10 per cento di rifiuti da conferire in discarica. Per raggiungere la gestione virtuosa, anche secondo le stime elaborate dall’Irpet, si dovranno avviare azioni che comporteranno una crescita dei posti di lavoro (stimati tra i 1.200 e i 1.500, soprattutto per il potenziamento del servizio di raccolta) e che daranno una spinta alla crescita del settore della green economy.

 
Per aumentare il materiale da avviare al riciclo, è necessario accrescere la quantità della raccolta differenziata e, soprattutto, la sua qualità. In questo senso il Piano fissa come obiettivo il 70% di raccolta differenziata, da conseguire entro il 2020. Nel 2011 (periodo al quale risalgono le ultime cifre certificate) la raccolta differenziata era, in Toscana, al 42,2%, quindi al di sotto della soglia del 65% indicata a livello nazionale. Il più virtuoso è stato l’Ato Centro, che si è attestato al 47,4%. L’Ato Costa è invece attestato al 42,4%, mentre l’Ato Sud non supera il 38,1%. A raggiungere l’obiettivo del 65% sono stati, per ora, solo una quarantina di Comuni, per lo più piccoli (il Comune più popoloso presente nell’elenzo è quello di Empoli). Circa i rifiuti speciali, l’assessore ha lamentato la mancanza “di un sistema uniforme a livello nazionale” per la loro assimilazione ad altre tipologie di rifiuti. Obiettivo del Piano, ha ricordato, “è quello di giungere alla chiusura del ciclo all’interno di ogni distretto industriale”.

 
La spesa complessiva per la gestione dei rifiuti urbani risulta essere di 705 milioni all’anno, con un costo medio del servizio complessivo di 300 euro a tonnellata, in linea con la media italiana, inferiore alla media del Centro e del Sud, ma superiore alla media del Nord (sebbene in linea con Liguria, Veneto e Piemonte). Inoltre, Bramerini ha segnalato che i costi di raccolta sono tra i più bassi d’Italia, ma con costi di trattamento e smaltimento tra i più alti d’Italia.

(A cura dell’Ufficio Stampa del Consiglio regionale della Toscana)

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