Sangue, Nicola Ciolini: “Per arginare il calo della raccolta bisogna semplificare le procedure nazionali per reclutare medici e infermieri. Intanto la Regione può fare la sua parte”


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Il consigliere regionale ha presentato una mozione per andare incontro alle richieste delle associazioni di volontariato

«Negli ultimi anni, nonostante le campagne portate avanti dalla Regione, si registra un calo della raccolta di sangue in Toscana come nelle altre regioni. Uno dei motivi principali di questa diminuzione sta nel fatto che, dopo il decreto nazionale del 2012 molte Unità di Raccolta che permettevano ai donatori di poter donare vicino a casa senza doversi recare presso i centri trasfusionali degli ospedali, non sono riuscite ad accreditarsi. Per questo ritengo che la Toscana debba attivarsi in sede di Conferenza Stato-Regioni per arrivare ad una necessaria semplificazione delle procedure per il reclutamento di personale medico ed infermieristico abilitato a poter lavorare nelle Unità di Raccolta. Allo stesso tempo, la giunta regionale dovrà mettere in atto ogni azione utile affinché venga garantito il massimo sostegno alla piena funzionalità delle Unità di Raccolta, previste all’interno del Sistema trasfusionale della Regione Toscana, tenendo conto delle proposte avanzate delle associazioni di volontariato in materia di accreditamento di personale medico e infermieristico.  Bisognerà rendere più chiari i requisiti di compatibilità previsti dalla normativa e dagli accordi nazionali per lo svolgimento delle attività all’interno delle unità di raccolta sangue, da parte del personale medico e infermieristico, in particolare per quanto riguarda il personale medico con contratto da libero professionista. Infine, occorre verificare l’omogenea applicazione sul territorio regionale della normativa e degli accordi nazionali concernenti i requisiti  di compatibilità».

Lo dice Nicola Ciolini, consigliere regionale Pd e componente della commissione Sanità, annunciando la presentazione di una mozione sul tema.

«Questa mozione – spiega Ciolini – oltre che dai dati oggettivi sul calo di raccolta sangue, nasce anche dalle recenti prese di posizione dei rappresentanti di alcune delle associazioni che operano nel campo e cioè che tra le difficoltà maggiori riscontrate vi è quella di trovare medici e infermieri idonei a poter lavorare all’interno delle Unità di Raccolta. Questo perché l’idoneità viene rilasciata al termine di un corso teorico seguito da un tirocinio pratico della durata di 10 giorni effettivi presso centri che eseguano 20 donazioni in media al giorno per 5 giorni a settimana, media che è molto difficile da conseguire presso le Unità di Raccolta Associative dato che non sono aperte per 5 giorni alla settimana, e un conseguente tempo di tirocinio molto lungo. Tra le possibili soluzioni segnalate dalle associazioni di volontariato vi sono, in particolare, la richiesta di rivedere le modalità di formazione del personale medico e infermieristico da poter inserire all’interno delle attività delle Unità di Raccolta e quindi intervenire nella disciplina sulla donazione di sangue e le nuove disposizioni circa l’accreditamento.

E’ chiaro – conclude Ciolini – che il problema della semplificazione delle procedure debba essere risolto e spero che queste mie proposte possano trovare il sostegno del Consiglio per riaprire una discussione nazionale sul tema».

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