Spiagge, Sentenza Corte UE, I commenti di Ciuoffo, Marras e Anselmi


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spiaggiamaremma«Una decisione in qualche modo attesa e scontata – dice Stefano Ciuoffo, assessore regionale alle attività produttive e al turismo – Dobbiamo prendere atto che le previsioni negative si sono confermate. Tutto questo annulla la proroga con cui le concessioni erano state tenute in vita fino al 2020. Cosi oggi la maggior parte delle concessioni balneari italiane risultano scadute. La legge regionale toscana riusciva a contrastare in anticipo questo effetto e resta comunque  ancora valida: questo almeno fino a decisione contraria della Corte Costituzionale. Per quanto riguarda l’impugnativa del Governo, a quanto ci risulta, riguarda
due articoli della legge che non impattano sull’impianto complessivo e soprattutto sulle 370 richieste che  sono pervenute ai Comuni . Questo anche se dovessimo soccombere in giudizio. A questo punto auspico che la sollecitudine che il ministro Costa ha manifestato nell’impugnare  la legge regionale Toscana, si manifesti anche nel provvedere a una legge tampone per tutelare l’offerta turistica balneare e gli operatori del settore che da troppo tempo attendono certezze. Per la stesura di questa, sono convinto, la normativa toscana non pretende di essere un modello assoluto ma almeno un utile punto di riferimento, anche perché costruita con  la condivisione degli enti locali ed un confronto a tratti anche duro con  le categorie interessate».

«Era un pronunciamento che ci aspettavamo – commenta Leonardo Marras, capogruppo PD Regione Toscana –, proprio per questo ci siamo affrettati a predisporre uno strumento per tutelare le nostre imprese balneari. La legge regionale, sebbene impugnata in alcune parti, è in vigore e consente agli attuali detentori di avere una nuova concessione di venti anni, rispettando il principio della concorrenza. Adesso i Comuni diano il via ai procedimenti e accolgano le richieste delle imprese».

«La legge della Toscana anticipa la sentenza della Corte Europea – spiega Gianni Anselmi, presidente della Commissione Sviluppo economico e rurale – perché fa riferimento a norme mai impugnate in sede europea e dunque pienamente vigenti e perché dà alle imprese, nel rispetto del quadro normativo comunitario, l’opportunità concreta di fare investimenti e veder riconosciuti quelli non ammortizzati, compreso il valore immateriale dell’azienda. Nell’ipotesi che i rilievi del governo imponessero una revisione della legge regionale, sarebbe plausibile pensare di dare preferenzialità alla conduzione diretta nelle procedure comparative anziché imporne l’obbligatorietà».

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