Violenza contro le donne, Nardini (Pd) : “La Toscana è in prima linea, ma i dati ci dicono che c’è ancora tanto da fare”


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La sedia vuota in mezzo all’emiciclo dell’aula , con il cartello “Posto Occupato” e un paio di scarpe rosse, diventate il simbolo del femminicidio. Così  il Consiglio  regionale  ha voluto sottolineare la partecipazione alla Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, “un fenomeno trasversale , ancora ampio e diffuso”, come lo ha definito la consigliera Alessandra Nardini (Pd), prendendo la parola in aula e diffondendo  i dati di Istat riferiti al 2014 e quelli relativi al VII Rapporto sulla violenza di genere presentato ieri e redatto dall’Osservatorio Sociale Regionale. “Il 31,5 % (quasi una su tre) delle donne tra i 16 e i 70 anni ha subito nel corso della propria vita una qualche forma di violenza, fisica o sessuale- ha detto Nardini- . I numeri sono importanti anche nella nostra Regione: dal 2006 al 2014 il numero dei femminicidi in Toscana è arrivato a 77, di cui 12 solo negli ultimi 12 mesi, una donna uccisa ogni mese in media.  C’è poi il delicatissimo tema delle “vittime silenziose”, che assistono o subiscono  violenza domestica: i bambini.  La Toscana si dimostra da sempre particolarmente sensibile al tema delle politiche di genere e della lotta alla violenza contro le donne”, ha ricordato Nardini, che cita nell’ordine l’istituzione della  Commissione Regionale Pari opportunità, il Progetto Codice Rosa, le leggi regionali in materia adottate nel corso degli ultimi anni, ed infine la recente approvazione di una mozione a sostegno dei Centri Antiviolenza. “Anche l’attenzione del Parlamento al contrasto e alla prevenzione della violenza di genere è stata, in questa legislatura, più forte che mai” ha proseguito  la consigliera citando la legislazione nazionale in materia, in particolare ricordando la ratifica della Convenzione di Istanbul, dove si riconosce la violenza di genere come violazione dei diritti umani. La consigliera ha poi continuato  analizzando le implicazioni e le caratteristiche del fenomeno: “La violenza contro le donne, oltre ad essere una piaga sociale, ha anche un costo economico elevato e quindi gli investimenti in prevenzione comportano enormi risparmi per la collettività. Per favorire l’allontanamento di una donna da una condizione di violenza che si consuma tra le mura domestiche è necessario promuovere la sua indipendenza economica, incentivando quindi  l’occupazione femminile” . E ancora: “E’ importante sensibilizzare sul fenomeno della violenza di genere la collettività attraverso i mass media, affinché offrano una comunicazione ed informazione rispettosa della rappresentazione di genere e della figura femminile. Fondamentale inoltre il ruolo della scuola per costruire il cambiamento culturale necessario a contrastare le ragioni strutturali che portano alla violenza contro le donne; occorre quindi educare i ragazzi a relazioni non discriminatorie nei confronti delle donne, sensibilizzando e formando gli studenti per prevenire il fenomeno della violenza di genere. Dobbiamo quindi continuare a lavorare su questa strada, per proseguire il lungo percorso culturale che abbiamo intrapreso, monitorando l’applicazione delle leggi esistenti, sostenendo i Centri Antiviolenza, sensibilizzando adulti e ragazzi, condannando fermamente il fenomeno della violenza contro le donne: “la Toscana – ha concluso Nardini- è in prima linea, ma i dati ci dimostrano che abbiamo ancora tanta strada da fare per sconfiggere il fenomeno”.

 

 

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