Fidi Toscana, Ciuoffo risponde all’interrogazione di Paolo Bambagioni


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“Preservare il patrimonio della società con strategie chiare”, dice il consigliere

“Si ritiene di confermare il ruolo di Fidi Toscana che deve essere ridefinito alla luce della radicale modifica delle condizioni di operatività, interne ed esterne. Interne, in quanto non trattandosi di società in house essa deve operare nel contesto di mercato in cui è collocata, ma avendo presente che la significativa presenza nella compagine sociale della Regione si giustifica in presenza di attività orientate verso ambiti particolarmente segmentati rispetto alle criticità del mercato del credito e della struttura produttiva regionale. Esterne, in quanto il contesto rappresentato da altri operatori (Confidi) e dal nuovo ruolo del Fondo Centrale di Garanzia, muta in modo rilevante la funzione di Finanziaria regionale nella quale vi è la compresenza del sistema di credito”.

Lo scrive l’assessore regionale Stefano Ciuoffo nelle conclusioni di una lunga risposta all’interrogazione presentata dal consigliere Paolo Bambagioni (Pd) in merito alle strategie di rilancio di Fidi Toscana Spa.

Nell’interrogazione Bambagioni aveva chiesto chiarimenti sul bilancio 2018 della società, notizie su un eventuale piano di rilancio di Fidi, se fossero state “individuate e avviate le azioni di coordinamento fra Fidi Toscana ei Confidi regionali” annunciate a suo tempo da esponenti della giunta e se fosse intenzione della stessa giunta “rilanciare il ruolo di Fidi Toscana in favore delle imprese toscane e, in caso affermativo, in quale modo”.

«I dati degli ultimi bilanci di Fidi Toscana – spiega Bambagioni – ci dicono che persiste per la società uno stato di difficoltà, anche se, come riferisce l’assessore, il bilancio 2018 segna una perdita minore rispetto all’anno precedente (9,4 milioni nel 2018 contro i 13 milioni del 2017). Non è un risultato che ci deve far gioire, perché questa debolezza influisce sia sulla stabilità della società che sulla sua capacità di rispondere alla sua mission, cioè al volume di operazioni di garanzia nei confronti delle imprese toscane che risultano diminuire di anno in anno. Un altro punto importante della mia interrogazione – prosegue Bambagioni – riguardava le azioni di coordinamento tra Fidi e i Confidi presenti in Toscana, espressioni della maggiori associazioni di categoria economica. In questo caso, l’assessore Ciuoffo ha fatto sapere che è in corso un confronto e che “gli esiti tecnici sono in corso di definizione e comunque dovranno essere affrontati alla luce della riforma del Fondo centrale di garanzia che muta sostanzialmente lo scenario di riferimento”.

Credo che questo rappresenti un punto importante, se davvero si vuole ridefinire l’azione di Fidi in un contesto nuovo, riaffermando il suo ruolo di supporto effettivo al consolidamento ed alla crescita del sistema della piccola e media impresa toscana. Fidi Toscana, pur essendo in perdita, ha un patrimonio adeguato e per preservarlo, visto che si tratta anche di fondi pubblici, é necessario avere strategie chiare che riportino all’equilibrio economico. Le strategie – secondo Bambagioni – sono due: o l’in house o il mercato. In questo secondo caso bisognerebbe cambiare lo statuto per poter far fare a Fidi tutto ciò che la legge gli consente di fare (credito diretto per cassa) e cambiare il management. La collaborazione con i Confidi, invece, ci può essere solo se si sceglie l’in house in quanto è necessario gestire fondi pubblici senza fare gare. Si tratta per ora – conclude il consigliere – di una risposta interlocutoria, su una questione che continuerò a seguire molto da vicino».

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