Anniversari, Elettrice Palatina Eugenio Giani: “Anche il gonfalone della Toscana alla cerimonia per ricordare il 275° del testamento di Anna Maria Luisa de’ Medici”


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FIRENZE 02.02.2012 (c.b.) “Ritengo opportuno che proprio quest’anno, nella ricorrenza dei 275 anni dalla stesura del testamento, in occasione della ricorrenza della morte dell’Elettrice Palatina, anche il Gonfalone della Regione Toscana possa essere presente nella cerimonia di deposizione di una corona di fiori presso la tomba alle Cappelle Medicee in San Lorenzo”. E’ quanto chiede Eugenio Giani, consigliere regionale del Pd e presidente del consiglio comunale di Firenze, con una lettera aperta inviata oggi all’assessore alla cultura della Regione Toscana, Cristina Scaletti. “Il 18 Febbraio del 1743 – ricorda Giani – è la data della morte di Anna Maria Luisa de’ Medici, avvenuta a Firenze in Palazzo Pitti. La ricorrenza di tale anniversario rappresenta per tutta la Toscana un momento molto importante visto che il patrimonio culturale ed artistico della nostra Regione rimasto nelle sedi in cui era collocato al momento dell’esaurirsi del ramo principale di casa Medici con la morte di Anna Maria Luisa è rimasto nella nostra Regione proprio in virtù del suo testamento. Tale atto, definito “Patto in famiglia” , sottoscritto il 31 Ottobre 1737, rappresenta un momento storico importante, perché vincola i beni accumulati dalla famiglia Medici nel ruolo di Granduchi di Toscana al mantenimento nei luoghi e nelle condizioni di visibilità che i beni avevano fino ad allora goduto, evitando che gli stessi si disperdessero nei mille rivoli dei rami secondari della famiglia o fossero acquisiti dai nuovi granduchi e trasferiti altrove”. Con queste motivazioni, quindi, Eugenio Giani chiede che la Regione presenzi alla cerimonia rievocativa del 18 febbraio con il proprio gonfalone. “Se questo potrà avvenire – conclude Giani nella lettera – sarei molto grato alla Giunta che per la prima volta ci renderebbe merito di illustrare questa grande donna toscana a cui le nostre città devono il riconoscimento di aver tutelato la proprietà di un patrimonio che con l’unione d’Italia poté diventare bene pubblico della nazione”.

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