Approvata la nuova legge su tutela delle acque termali e la risoluzione Pd collegata. Scaramelli e Anselmi (PD): “Maggiori garanzie per utenti e nuove opportunità per le imprese”


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Minore burocrazia, maggiori standard qualitativi igienico sanitario, opportunità di vendere prodotti anche non termali, differenziazione tra piscine con funzione terapeutica da quelle ludiche. Riconoscimento delle città termali e distanze minime da siti geotermici. 

Via libera dell’aula consiliare alla Proposta di legge che modifica la disciplina della coltivazione e dell’utilizzo delle acque minerali, di sorgente e termali. Approvata anche la risoluzione collegata presentata dal gruppo del Partito Democratico.

Stefano Scaramelli e Gianni Anselmi, presidenti della II e della III commissione, avevano commentato così la Pdl dopo l’approvazione dalle commissioni in seduta congiunta: “Un atto importante, frutto del confronto con i rappresentanti delle città termali e le associazioni di categoria e del lavoro congiunto delle due commissioni con l’assessorato, che interviene su un settore delicato e strategico per la Toscana riducendo la burocrazia e rafforzando le garanzie per aziende e utenti”.

Il testo interviene inserendo una specifica disciplina igienico-sanitaria delle acque termali, con particolare riferimento alle modalità di autorizzazione e di accreditamento istituzionale degli stabilimenti termali. Queste le principali novità introdotte per gli stabilimenti termali: la possibilità di commercializzazione anche di prodotti non legati alle proprietà terapeutiche delle acque termali; la semplificazione degli iter burocratici per alcune tipologie di modifiche per le quali non è più necessaria l’autorizzazione, ma è sufficiente una comunicazione; l’aumento del livello qualitativo;  la distinzione del quadro normativo delle acque delle piscine terapeutiche da quello delle piscine ludiche.

“Per rafforzare la nostra azione – spiega Stefano Scaramelli –, abbiamo presentato anche una risoluzione con la quale chiediamo che le concessioni tornino di competenza regionale e affrontiamo il tema del valore strategico delle città termali.

In particolare impegniamo la Giunta regionale a: valutare la possibilità di prevedere  norme più cautelative e divieti più circostanziati per le aree in cui quali siano presenti o siano previste attività di carattere geotermico, così da garantire e tutelare qualità e sostenibilità dell’utilizzo delle risorse termali; rivedere l’assegnazione delle funzioni amministrative in materia di ricerca e coltivazione delle acque termali ai Comuni considerando sia le criticità segnalate, in particolare da piccoli comuni, legate alla mancanza di competenze e strutture tecniche adeguate per effettuare le necessarie valutazioni idrogeologiche, sia la possibilità di conflitto d’interesse che può nascere quando il Comune è sia soggetto richiedente sia concedente della concessione e i bacini di ricarica delle falde di acqua termale, in alcuni casi, si estendono in aree che comprendono più territori comunali; infine, di prevedere un rafforzamento delle attività di promozione e valorizzazione delle risorse termali regionali, anche con strumenti di carattere finanziario, recuperando le città termali come identità tipiche toscane e dedicandogli una tutela particolare, prevedendo, altresì, tra gli obiettivi di valorizzazione del termalismo il recupero di risorse e stabilimenti termali esistenti ma non in uso”.

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