Aree montane, approvata proposta di legge Pd per strategia di sviluppo


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Via libera nella seduta consiliare odierna alla nuova normativa di iniziativa Pd, primo firmatario Massimo Baldi

 

L’illustrazione del presidente di commissione Bugliani e l’intervento di Baldi

 

Rafforzare le politiche per la montagna per sviluppare la funzione economica, sociale, culturale e ambientale di questi territori che costituiscono quasi la metà della nostra regione. Una strategia condivisa per venire incontro a chi vive in questa parte di Toscana così importante: è l’obiettivo della proposta di legge “Politiche per la montagna e interventi per la valorizzazione dei territori montani” approvata nella seduta odierna del Consiglio regionale. L’atto, di iniziativa Pd, primo firmatario il consigliere regionale Massimo Baldi, è stato illustrato dal presidente commissione Affari istituzionali Giacomo Bugliani.

 

“I territori montani rappresentano il 47 per cento della superficie toscana e vi abita il 12 per cento della popolazione complessiva. – ha spiegato Bugliani – Da qui l’esigenza di predisporre interventi mirati, permettendo ai diversi livelli istituzionali di cooperare per contrastare lo spopolamento e il rischio idrogeologico, potenziare cultura, turismo e servizi sociosanitari, garantire qualità delle infrastrutture, sostenere le attività agricole, incentivare la semplificazione burocratica e creare un quadro di fiscalità di vantaggio. A questo scopo la normativa propone l’istituzione di una Conferenza permanente della montagna, che riunisca tutti i soggetti coinvolti, istituzioni ma anche esponenti del mondo sindacale, datoriale, dell’associazionismo, selezionati con delibera: uno strumento che lavorerebbe costruendo proposte dirette alla Giunta per una strategia pluriennale ma anche fornendo indirizzi e pareri su singoli temi”.

 

“E’ stato un lavoro lungo, durato circa tre anni, che ha visto una fase intensa di ascolto dei territori. Partivamo dal presupposto numerico non banale che il 12% della popolazione toscana risiede nel 47% del territorio classificato come montano. La prima esigenza è stata quella di elevare la Montagna a livello di sistema. E subito dopo acquisire una visione ecosistemica. Quello che succede nei territori montani incide su tutti. Un esempio per tutti: l’assetto idrogeologico. Quindi, più si sta male in montagna, più si sta male negli altri territori – ha detto Massimo Baldi, primo firmatario della proposta di legge – Avevamo bisogno quindi di sancire un valore ecosistemico, inserendo nelle norme regionali obiettivi e strumenti adeguati. Innanzitutto, abbiamo rilevato, nell’esperienza degli anni recenti, che gli strumenti di coordinamento, dall’Osservatorio alla Consulta, risultavano insufficienti. Per questo abbiamo inserito nel testo di legge la Conferenza permanente per la Montagna e, soprattutto, abbiamo previsto un nuovo strumento di coordinamento, il Nucleo tecnico, che costituisce il cuore della nuova normativa. Si tratta – ha spiegato Baldi – di un team, a dotazione esistente, che nelle nostre intenzioni deve divenire un luogo riconoscibile e unico, capace di prendere in carico i progetti e le questioni, evitando rimbalzi e dispersioni tra vari enti ed assessorati”.

 

 

 

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