Autonomia Scolastica, Toscana “Rischio di penalizzazione per i comuni grandi e piccoli, soprattutto per quelli delle aree già fragili”


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Presentata una mozione firmata da Niccolai, Sostegni e Giachi

“Il previsto aumento del coefficiente numerico per determinare l’autonomia scolastica costituisce un elemento di forte preoccupazione anche per molte istituzioni locali e regionali in merito al rischio di progressivo impoverimento culturale di alcune aree più fragili del territorio, a partire dalle aree interne, periferiche, rurali, montane e insulari, già interessate da fenomeni di spopolamento e di crollo demografico”.

Lo afferma, nel testo di una mozione, i consiglieri regionali del Pd che hanno deciso quindi di portare il caso in discussione anche in Regione, dopo l’allarme lanciato da Anci Toscana che aveva espresso preoccupazione per la riduzione del numero degli istituti prevista a partire dall’anno scolastico 2024/2025. Riduzione che “rischia di penalizzare sia i Comuni più grandi, che dopo tanti sforzi rischiano di andare in sofferenza, sia i piccoli Comuni, in particolare quelli distanti dai principali centri abitati: un ulteriore problema per le aree interne, che già vivono i disagi di una carenza di servizi”.

 

«Crediamo – spiegano i primi firmatari della mozione, Marco  Niccolai, presidente della commissione Aree interne, ed Enrico Sostegni – che il provvedimento in parola del Governo, se attuato senza la necessaria flessibilità, rischia di restringere l’autonomia scolastica sull’intero territorio nazionale, con particolare riferimento alle aree più periferiche, che rischiano di assistere ad una ulteriore diminuzione dei servizi sul territorio. Per questo, con il nostro atto, vogliamo impegnare la giunta regionale “ad attivarsi in sede nazionale, a partire dalla Conferenza Stato-Regioni, affinché venga corretto quanto previsto dalla legge 197/2022 in materia di autonomia scolastica e di ridimensionamento degli istituti scolastici, evitando che tale riforma, oltre che produrre effetti negativi sulla totalità dei comuni interessati dalla riorganizzazione, generi un ulteriore impoverimento dei servizi presenti nei comuni delle aree interne e periferiche, dei comuni rurali, montani e insulari della Toscana”».

 

«Questa strategia organizzativa del ministero  – aggiunge la presidente della commissione Cultura e Istruzione, Cristina Giachi – in realtà nasconde un taglio ulteriore alle risorse da dedicare alla scuola. Istituti comprensivi più ampi e ulteriori accorpamenti significano riduzione del personale amministrativo impiegato e di fatto una penalizzazione della scuola pubblica. Sono politiche da osteggiare con decisione, per questo – conclude Giachi – è importante che anche la Toscana faccia arrivare forte il suo dissenso».

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