Beni confiscati criminalità organizzata in Toscana Approvata all’unanimità mozione Pd


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Bambagioni: “Rendere veloci i tempi per l’assegnazione definitiva. Non sottovalutare l’infiltrazione delle mafie”

FIRENZE 25.07.2012 (c.b.) Il percorso per l’assegnazione dei beni confiscati alle organizzazioni criminali sia reso più veloce anche in Toscana. E’ quanto chiede una mozione approvata oggi all’unanimità dal Consiglio regionale, proposta dal gruppo del Pd, primo firmatario Paolo Bambagioni.
Il documento impegna la giunta regionale ad attivarsi nei confronti del governo “affinché il percorso spesso lungo e tortuoso (in media dai 7 ai 10 anni), che porta all’assegnazione dei beni confiscati, sia liberato dalla lentezza delle procedure necessarie per giungere alla confisca definitiva ed al conseguente utilizzo del bene libero da ogni peso gravante sullo stesso” e “ad attivarsi presso l’Agenzia nazionale per i Beni Confiscati al fine di garantire un esito rapido e rispettoso delle finalità del riutilizzo sociale dei beni confiscati in Toscana, con particolare riferimento all’ “Azienda Agricola Suvignano” in attesa di destinazione dall’aprile del 2007”.
«Siamo consapevoli dell’esiguo numero di provvedimenti di destinazione definitiva che caratterizza le regioni del centro Italia, cioè 124 nel periodo 2007-2011, pari al 5,3% su scala nazionale – spiega Bambagioni – ma è importante spingere anche in Toscana per accorciare i tempi per arrivare all’utilizzo per quei fini istituzionali e sociali previsti dalla legge. Attualmente questo problema in Toscana riguarda 50 beni immobili: 12 in gestione, 32 destinati consegnati, 4 destinati non consegnati, 2 usciti dalla gestione, oltre ai 14 non confiscati in via autonoma; mentre le aziende confiscate in via definitiva risultano essere 11. La confisca più eclatante è sicuramente quella avvenuta ai danni di Vincenzo Piazza, mafioso siciliano, per il complesso delle quote di capitale sociale dell’Agricola Suvignano s.r.l. nel Comune di Monteroni d’Arbia (Siena): si tratta di una delle più ingenti confische di beni a mafiosi avvenuta in Italia per grandezza e valore economico. Per questo abbiamo voluto richiamarla come impegno specifico su cui attivare la giunta regionale.
Anche perché il fine vero della legge non è quello della mera confisca, ma del riutilizzo sociale del bene confiscato al mafioso. Abbiamo voluto con questa mozione – conclude il consigliere – sottolineare anche l’impegno della Regione a non sottovalutare l’infiltrazione delle mafie nell’economia e nel tessuto sociale toscano, negli ultimi tempi richiamata da molte fonti autorevoli».

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