Cave, via libera del Consiglio alle modifiche al Piano regionale Baccelli e Anselmi (Pd): “Strumento di equilibrio tra responsabilità ambientale, economica e sociale”


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“Diamo finalmente vita a uno strumento di pianificazione territoriale fondamentale che storicamente coinvolge da vicino il territorio Apuo Versiliese e un po’ tutta la Toscana; uno strumento che in questi mesi è stato protagonista di un’attività intensa e proficua del gruppo di lavoro regionale che insieme al presidente della Commissione Sviluppo economico, Gianni Anselmi, ho guidato. Rivendico questo Piano come un percorso di questa legislatura, della Giunta ma anche del Consiglio che ha senz’altro avuto un ruolo centrale. Il percorso è partito con un’eredità complessa, la legge regionale 35 del 2015, a seguito della quale ricordo l’impugnativa e poi la sentenza della Corte Costituzionale sui beni estimati. Con un’assunzione di responsabilità, scegliendo di confrontarci con i Comuni, le associazioni di categoria, sindacali ed ambientali arriviamo oggi ad approvare uno strumento di equilibrio tra responsabilità ambientale, economica e sociale”. E’ quanto dichiara Stefano Baccelli, consigliere regionale Pd e presidente della Commissione Territorio e ambiente illustrando in Aula il Piano regionale Cave.

“Si tratta di un piano che si sforza di conciliare l’efficienza di un settore strategico dell’economia toscana con la sua sostenibilità ambientale e sociale” – spiega Gianni Anselmi, presidente commissione Sviluppo economico. “La norma prevede meccanismi di adeguamento sostenibili alla luce dei monitoraggi periodici e flessibilità per le cave facenti parte di filiere industriali. Un Piano che disciplina, misura e governa l’impatto delle attività estrattive nelle comunità coinvolte, completando, al contempo, l’insieme delle norme che regolano un settore delicato, complesso e importante della nostra economia. Infine, breve accenno lo meritano gli obiettivi di produzione sostenibile: devono essere gestiti in maniera ordinata, per questo invitiamo i Comuni che ospitano giacimenti ad agire a livello comprensoriale, ovviamente sulla base della possibilità di escavazione di ciascuno, a trovare accordi e rispondere alle necessità di ambito. È stato un lavoro lungo e non semplice, ma credo che si debba essere soddisfatti del risultato frutto, prima di tutto, dell’intenso confronto con il territorio”.

“Partendo da circa un migliaio di osservazioni pervenute abbiamo conseguito un lavoro che ci ha permesso di recepire le esigenze dei soggetti coinvolti nei territori, apportando al Piano modifiche rilevanti sulla definizione dell’atlante delle tavole di dettaglio per la definizione dei giacimenti e sulla disciplina, dando ad esempio ai Comuni la possibilità di classificare come dismesso un sito estrattivo e individuandone le forme di recupero e riqualificazione – continua Baccelli –  Finalmente abbiamo davvero contezza della qualità, quantità, disponibilità e tipologia delle risorse minerarie in Toscana: 644 aree di materiali industriali e ornamentali 644 aree (di 491 riguardanti materiali industriali e 153 per materiali usi ornamentali), 2400 siti di cave dismesse e inattive. Il Piano ha come primo obiettivo quello di garantire, all’interno di una visione d’insieme, un corretto e univoco utilizzo delle risorse, tutelando sia l’ambiente che le imprese del settore. Come anche per le altre materie che riguardano il governo del territorio, abbiamo cercato di immaginare questa normativa simulando la sua effettiva efficienza pratica, senza procedere con un approccio dogmatico ma facendo, invece, una scelta politica sul futuro della attività estrattive che tenesse insieme sviluppo e sostenibilità”.

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