Centomila orti in Toscana, Vadi (Pd): “Importante contributo per combattere il degrado di molte aree del valdarno”


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Nell’aretino risorse per gli orti di Arezzo (36.400), Terranuova Bracciolini (16.331), Loro Ciuffenna (30.000), Sansepolcro (42.395), San Giovanni Valdarno (50.000), Poppi (20.300).

 

vadiE’ stata approvata la graduatoria del progetto regionale “Centomila orti in Toscana”. La Regione finanzierà i progetti dei comuni fino al 70%. E a questo punto i comuni potranno dare il via all’iter per la realizzazione degli orti, che saranno affidati a associazioni e cooperative e poi concessi ai cittadini che lo richiederanno. Tra i comuni aretini spicca il dato di San Giovanni Valdarno che ha ricevuto il contributo più importante.

“Questa bella esperienza di orti urbani in provincia di Arezzo – afferma la consigliera Pd Valentina Vadi – affiancherà, integrandola, la grande tradizione storica degli orti che molti anziani e non coltivano in toscana, con questa tradizione condivide molti dei principi ispiratori e, al tempo stesso, ne valorizza le potenzialità aprendosi a tutta la cittadinanza: ai giovani, alle famiglie e alle associazioni per creare percorsi di cittadinanza attiva che incidano anche sulla coesione sociale. La regione Toscana ha dimostrato con questo progetto la volontà di portare un contributo per recuperare le tante aree di degrado esistenti sui territori, senza dimenticare la possibilità che gli orti urbani rappresentano da un punto di vista di ritorno ad attività e funzione dei cittadini”.

Secondo il modello toscano, varato nell’ambito di questo progetto, l’orto urbano è un insieme di appezzamenti di terreno che sono inseriti in strutture (denominate “Complessi di orti”) che si presentano come spazi di socializzazione destinati a persone di tutte le età (soprattutto giovani), centri di aggregazione e di scambio culturale. In quest’ottica nel “Complesso di orti” sono inseriti servizi, spazi comuni, e anche connessioni wi-fi. Questa iniziativa cambia drasticamente la visione strategica dell’ “orto urbano” che non viene più considerato solo un pezzo di terra da coltivare; ma molto di più. E’ un’area di aggregazione, di scambio sociale ed intergenerazionale, di didattica ambientale e di crescita culturale; è un punto di incontro fra persone differenti che possono mettere in gioco le proprie conoscenze e le proprie esperienze, dove passare il tempo e crescere in modo sano.

“Trovo sia necessario – conclude Vadi – diffondere stili di vita e di alimentazione più sostenibili sia per il pianeta che per noi. Soprattutto, c’è bisogno di strumenti che ci aiutino a maturare una consapevolezza più profonda e diretta della connessione tra le nostre scelte quotidiane e gli effetti sulla nostra salute e quella del nostro ambiente. Espandere la cultura e la pratica degli orti urbani, non potrà che accelerare questo tipo di consapevolezza ‘attiva’ e, allo stesso tempo, favorire la rigenerazione di spazi naturali in ambito urbano.”

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