Commercio ambulante, ok alla modifica al Codice. Anselmi (PD): “Primi in Italia a colmare il vuoto normativo nazionale. Con questa legge diamo nuove garanzie al settore”


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L’aula del Consiglio regionale ha approvato a maggioranza (con l’astensione di 13 consiglieri) la Proposta di legge a prima firma di Gianni Anselmi, presidente della commissione Sviluppo economico, che commenta con soddisfazione: “La Toscana è la prima regione che si propone di declinare il settore del commercio ambulante cercando di riempire il vuoto normativo generatosi dopo l’approvazione della finanziaria nazionale; con questa norma, innovativa, ci proponiamo anche di indicare la strada alle altre regioni mettendo a disposizione del tavolo nazionale i principi che noi adottiamo. L’obiettivo della legge, già oggetto di confronto con le associazioni di categoria e con i sindacati in sede di consultazioni in commissione, è quello di dare sicurezze agli operatori e garanzie ad un settore che per anni è stato sottoposto ad incertezze che ne hanno impedito sviluppo e investimenti”.

Questi i punti principali del provvedimento che introduce nuove disposizioni in materia di commercio su aree pubbliche: tacito rinnovo delle concessioni per 12 anni purché l’impresa sia iscritta al registro della Camera di Commercio e sia attiva; criteri di onorabilità e professionalità (che vengono reintrodotti nel rispetto del principio di uguaglianza e tutela del consumatore dopo esser venuti meno con le norme statali); nuovi parametri di assegnazione, con premialità per i giovani under 35; qualificazione dei mercati nei centri storici. Una norma che va a modificare il Codice del commercio adeguandolo a quanto disposto dal bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021.

“Escludere le attività di commercio al dettaglio dal campo di applicazione della direttiva Bolkestein non era sufficiente, serviva indicare chiaramente come regole e requisiti dovranno essere applicate – prosegue Anselmi – e siamo convinti che adesso, grazie a questa legge, i lavoratori del commercio ambulante si possano sentire al riparo. I punti centrali della norma sono senz’altro la previsione del tacito rinnovo delle concessioni per 12 anni, per il quale la sola condizione richiesta è che l’impresa sia iscritta al registro della Camera di Commercio e sia attiva (valido anche per le attività di somministrazione e le edicole); e la revisione dei criteri di assegnazione dei posti vacanti, con la quale apriamo ai giovani dando ai Comuni la possibilità di assegnarli in via prioritaria ai titolari d’impresa con meno di 35 anni.

Il rischio, se non fossimo intervenuti in maniera celere, era quello di lasciare nel limbo del vuoto normativo nazionale gli operatori e le amministrazioni, in mancanza di requisiti certi. Delineando le nuove disposizioni abbiamo dato loro certezze e garanzie, riattivando così la possibilità di investire”.

Riguardo alla parte sanzionatoria: nella versione del ‘vecchio codice del commercio’ si prevedeva la decadenza delle concessioni anche nel caso di lievi violazioni; adesso, la concessione decade se un soggetto si cancella dal registro delle imprese o dopo 180 giorni di mancata regolarizzazione dei versamenti della COSAP. Ai Comuni si dà la possibilità di rinnovare tacitamente le concessioni dal 1 gennaio 2021 (tutte le concessioni sono prorogate fino a fine 2020) anche a soggetti che non sono più attivi (iscritti al registro delle imprese e che risultano ancora titolari di concessioni) fino alla fine del 2024, questo per consentire loro di non interrompere bruscamente un rapporto contrattuale, una sorta di moratoria per far sì che dal 2025 il mercato sia in ordine e composto solo da operatori attivi.

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