Commercio su aree pubbliche: la conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali fa sua la posizione toscana


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La Conferenza nazionale dei Presidenti delle Assemblee legislative e delle Province Autonome ha approvato una risoluzione sugli effetti della direttiva servizi per le attività di Commercio su area Pubblica (Bolkestein) che recepisce pienamente quella approvata all’unanimità recentemente dal Consiglio regionale della Toscana. Ne dà notizia Caterina Bini (Pd), presidente della commissione attività produttive del Consiglio regionale, che commenta positivamente la presa di posizione dell’importante organismo nazionale. Nel testo della risoluzione, che in Toscana era stata presentata, oltre che da Caterina Bini, dai consiglieri Pd Paolo Bambagioni, Ivan Ferrucci, Gianluca Parrini e Matteo Tortolini, si chiede al “governo e al parlamento di modificare la normativa, riconoscendo l`estraneità della categoria dei commercianti su area pubblica alla direttiva e ripristinando i criteri di esperienza e di anzianità quali criteri di priorità per il rilascio ed il rinnovo delle concessioni”. Il documento raccoglieva l’allarme delle associazioni di categoria, che rappresentano in Toscana migliaia di venditori ambulanti e commercianti su aree pubbliche. Nei fatti – come spiegato nel testo della mozione – l’applicazione della direttiva europea decisa dal governo era un azzeramento dello status quo liberalizzazione, poiché era stata decisa un’interpretazione estensiva della nozione di «risorse naturali», comprendendo in essa anche il suolo pubblico per il commercio ambulante. In pratica, col decreto vigente dal 6 marzo scorso, si potevano mettere in discussione tutte le attuali concessioni, penalizzando fortemente chi ha maturato diritti acquisiti negli anni, spesso con sacrifici ed investimenti legati alla valorizzazione dello spazio occupato. Per questo, ora anche tutti i presidenti dei Consigli regionali e delle province autonome “chiedono che il governo e il parlamento intervengano per interpretare la nozione di «risorse naturali» come non concernente il suolo pubblico concesso per l’esercizio dell’attività di commercio su aree pubbliche e, quindi, si abroghi il comma 5 dell’articolo 70 del D.Lgs. 59/2010, ripristinando la situazione come disciplinata dall’attuale Codice del commercio”.

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