Commissione Inchiesta Infiltrazioni mafiose in Toscana, De Robertis e Ceccarelli: “Dalla maggioranza sei proposte per contrastare il fenomeno delle infiltrazioni mafiose”


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Presentata in aula la relazione di maggioranza, “Nessun collegamento tra l’emendamento, mai applicato, e l’illecito smaltimento del Keu”

Approda nell’aula di palazzo del Pegaso la relazione finale di iniziativa di PD e IV della Commissione di inchiesta sulle infiltrazioni mafiose, presentata in aula dalla consigliera del Partito Democratico Lucia De Robertis.

«Credevamo che la commissione di inchiesta – dice De Robertis – dovesse essere lo strumento attraverso cui registrare eventuali criticità nei meccanismi regolatori e amministrativi a competenza statale e regionale, favorevoli, ancorché inconsapevolmente,  di possibili condotte illegali nei procedimenti presidiati dalla pubblica amministrazione. E, conseguentemente, individuare i correttivi e proporne l’adozione. Partendo, certo, direi anche doverosamente, dall’inchiesta sull’illecito smaltimento del keu. Ma senza limitarsi ad essa, perché, e ne abbiamo discusso in sede di formazione del programma dei lavori, il fenomeno è più ampio, interessa altri settori, oltre a quello dei rifiuti speciali, su cui in precedenza questo Consiglio ha più volte indagato (2006 e 2018). Purtroppo per quest’ultimo non siamo arrivatati a produrre una disamina del tutto esauriente, la causa principalmente sta nel fatto che la Commissione ha concentrato gran parte dei propri lavori sulla vicenda Keu. Su questo, come consiglieri di maggioranza, abbiamo concesso la massima disponibilità alle istanze delle minoranze. E’ stato tutto messo nero su bianco nella nostra relazione, che è chiara nell’evidenziare tutti i limiti istituzionali di questa commissione, come dimostrato, ad esempio, dall’impossibilità di avere in audizione la comandante dei carabinieri forestali, che non ha potuto accogliere l’invito proprio per la concomitanza dell’indagine».

«Con queste premesse – dichiara il capogruppo PD Vincenzo Ceccarelli – i membri Pd della commissione hanno lavorato per giungere ad un testo unitario, sulla traccia di quello arrivato dalla presidente Meini e su cui la Commissione si è confrontata, nell’unanime consenso su metodo e finalità, fino alla seduta del 21 febbraio. Data in cui, prima FdI, poi FI e Lega hanno scelto di scrivere una relazione di minoranza, perdendo a nostro avviso un’occasione importante per uscire con un testo unico, dove ovviamente avremmo garantito, come da noi ribadito più volte, che nella parte delle conclusioni le minoranze consiliari avrebbero potuto esprimere le proprie, assumendosene ovviamente la titolarità, ancorché da noi non condivise.

La Regione – aggiunge Ceccarelli – ha dimostrato di avere gli anticorpi al tentativo di infiltrazione della criminalità propria delle economie più ricche. Nel merito delle vicende keu, lo ricordo, la denuncia è partita dagli uffici regionali, come ricordiamo che abbiamo proposto ed approvato un rafforzamento delle competenze dell’Osservatorio sulla criminalità organizzata e che auspichiamo venga insediato al più presto».

 

«In seguito ai lavori della Commissione – aggiunge De Robertis – abbiamo ritenuto di proporre sei punti che crediamo possano fornire una prima importante riposta al fenomeno delle infiltrazioni in Toscana. Innanzitutto verificare se il sistema informativo voluto dal Ministero dell’Ambiente per monitorare i rifiuti pericolosi tramite la tracciabilità ha effettivamente prodotto un risultato migliore, cioè maggiormente capace di garantire la tracciabilità del rifiuto speciale. In secondo luogo, attraverso i tavoli “Economia circolare” e con l’ausilio di ARRR S.p.A. e IRPET, costruire una banca dati per il monitoraggio dei conferimenti di rifiuti speciali. Inoltre: valutare l’introduzione nel regolamento interno del Consiglio di elementi di verifica tecnica degli emendamenti, ferma restando la tutela delle prerogative costituzionali e statutarie riconosciute ai singoli consiglieri, con particolare riguardo alla tutela di iniziativa delle minoranze; attivare accordi di collaborazione con le prefetture per comuni iniziative di prevenzione e controllo delle infiltrazioni criminali nel tessuto economico, sociale, amministrativo ed istituzionale regionale, con particolare riguardo all’accesso delle imprese alle risorse dei fondi strutturali del periodo 2021-2027; potenziare il fondo anti usura, in particolare per il settore del commercio di vicinato e dei pubblici esercizi, e sottoscrivere accordi con il sistema bancario per favorire la concessione di credito agevolato alle imprese, al fine di evitare il ricorso a capitali immessi dalla criminalità tramite lo strozzinaggio e conseguente cessione forzata delle attività; infine, il sostegno anche economico alle associazioni di categoria nell’esercizio di funzioni di presidio contro l’ingresso della criminalità fra le rispettive attività associate.

«Come appare evidente  – concludono Ceccarelli e De Robertis – non c’è alcuna volontà “auto-assolutoria” nella relazione di maggioranza semplicemente perché non c’è bisogno di “assolvere” comportamenti valutati come corretti, in considerazione delle informazioni disponibili, o azioni che non hanno prodotto effetti. E dalle quali si è comunque deciso di tornare indietro».

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