DPEF REGIONE, DIBATTITO IN AULA, Bugli: “Rivedere il sistema di concertazione? Parliamone, ma prima bisogna cambiare la legge elettorale”


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«Magnolfi propone un sistema di concertazione, con l’obiettivo di far contare di più i diversi territori della Toscana. Però bisogna essere coerenti e ripartire dal rapporto tra eletti, tra consiglieri regionali e territorio, investitura che oggi è quasi inesistente, fatta eccezione per i consiglieri del Pd che hanno partecipato alle primarie. Diventa quindi ineludibile il nodo della revisione della legge elettorale, puntando ai collegi uninominali o al ritorno delle preferenze, unici sistemi per riavvicinare eletti e ed elettori». Lo ha detto Vittorio Bugli, capogruppo del Pd in Consiglio regionale, replicando al collega del Pdl, Alberto Magnolfi, nella discussione in Aula sul Documento di Programmazione Economica e Finanziaria (Dpef). «Già nella discussione sul “preliminare” al Dpef – ha spiegato Bugli – avevamo annunciato la disponibilità ad aprire un confronto sugli emendamenti dell’opposizione, inserendoli a pieno titolo nel percorso istituzionale di approvazione. Ma non avete voluto. Avete fatto un’altra scelta per poi optare per la critica alle procedure e all’iter dei lavori, lamentando uno svuotamento dei poteri del Consiglio. Poteri che, a mio avviso, sono stati rafforzati nello Statuto votato pochi anni fa da questo Consiglio. Mi pare ovvio che avete scelto – ha detto ancora Bugli rivolgendosi al Pdl – di limitare la critica alle procedure, adducendo addirittura presunte mancanze di cifre in un Documento che, per definizione, non deve presentarne. Il punto dolente – ha aggiunto il capogruppo Pd – è che tutti hanno capito che le cose che abbiamo promesso in campagna elettorale le vogliamo davvero realizzare, nonostante gli sgambetti che il governo nazionale ci mette, con tagli insostenibili per la Toscana. Per questo – ha concluso Bugli – continueremo ad occuparci seriamente della crisi, con interventi a sostegno delle imprese in difficoltà e dei lavoratori, e guardiamo al dopo-crisi, puntando ad attrarre investimenti produttivi, perché la Toscana crede nella produzione e nell’economia reale».

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